Incendio di Mortara: I primi dati Arpa. Busto: «Intervenga il governo».
Da quanto riferiscono gli organi di formazione del pavese, sono 0.50 per il primo campionatore, e 0.44 per il secondo, di picogrammi per metro cubo (pgTeq/m3) i livelli di concentrazione in aria di diossine e furani(PCCD-DF) rilevati nell’aria dopo l’incendio alla Eredi Bertè di Mortara. La concentrazione di benzoapirene è inferiore a 0.33 e 0.66 ng/m3. Questi i risultati delle misurazioni effettuate da Arpa Lombardia attraverso i primi due campionatori ad alto volume, installati durante le fasi iniziali dell’incendio divampato il 5 settembre scorso all’interno della ditta di Mortara. Si tratta di risultati che l’Arpa definisce «in linea con le attese», ma comunque superiori alla soglia minima di attenzione. Sarà ora l’Ats, cui l’Arpa ha già trasmesso tutti i dati, a decidere eventuali cautele da osservare nella zone interessate dalla nube. Nube che intanto sembra esaurita grazie al lavoro dei vigili del fuoco e alla pioggia. Lunedì riaprono le scuole, ma restano in vigore le ordinanze sul divieto di consumare ortaggi coltivati in zona in attesa di ulteriori indicazioni da parte delle autorità sanitarie.
Ora si muove anche la politica: «Molti cittadini del Nord Italia, piemontesi e lombardi, in queste ore sono in apprensione per le conseguenze del vasto incendio sviluppatosi mercoledì a Mortara (PV) presso una ditta di trattamento rifiuti. In molte comunità, come per esempio il casalese, la bassa vercellese, il novarese, è sorta la paura per la possibile presenza nell’aria di sostanze tossiche, in primis della diossina che ha effetti cancerogeni. Dopo esserci confrontati con esperti e aver ascoltato i dubbi dei cittadini, il MoVimento 5 Stelle ha deciso di chiedere ufficialmente l’intervento del governo con un’interrogazione».
Così il deputato piemontese Mirko Busto che aggiunge: «Quello di Mortara purtroppo non è un episodio casuale e isolato. Da molti mesi come M5S seguiamo la tematica spinosa del trattamento illegale dei rifiuti, che in Italia sta sempre più diventando un business: invece di procedere secondo la legge si cerca di disfarsi degli scarti civili e industriali in modi rapidi per realizzare profitto. Ecco spiegato il proliferare degli incendi (sono già 80 in tutta Italia da inizio 2017): un modo illegale e pericoloso di far sparire sostanze che dovrebbero essere conferite in altri luoghi o con altre modalità. Nell’interrogazione inviteremo il governo ad azioni concrete per evitare il ripetersi di simili situazioni. La “guerra dei rifiuti” deve finire in Italia, per il bene dell’ambiente e della salute pubblica. Per questo sono ovviamente a disposizione degli enti locali e del cittadini che volessero farmi pervenire segnalazioni in merito».