Il nuovo prefetto si presenta: «La mia porta sempre aperta»
Non è stato un incontro “formale” quello che il neo nominato prefetto di Vercelli, Salvatore Malfi, ha tenuto lunedì pomeriggio con i responsabili delle testate locali. La chiacchierata tra i giornalisti e l’alto funzionario ha spaziato dai temi di stretta attualità come la paventata abolizione delle Province ad argomenti più generali come il rapporto tra le strutture dello Stato e la comunicazione.
Malfi, 51 anni, ha alle spalle una lunga carriera in seno all’amministrazione degli Interni che lo ha condotto, tra le altre cose, a dirigere l’Ufficio affari legislativi e parlamentari del dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile. Da ultimo, prima del trasferimento a Vercelli, è stato vice prefetto vicario a Firenze.
«Lo ammetto – ha detto con un sorriso Malfi – sono affetto da “prefettite”. Amo il mio lavoro e cerco di trasferire questo sentimento ai miei collaboratori. Qui a Vercelli ho trovato una struttura ottimamente organizzata dal mio amico Fulvio Rocco con il quale ho avuto la possibilità anche di fare una passeggiata per le vie delle città prima dell’insediamento».
E poi via con il botta e risposta con i giornalisti: «Con la stampa intendo instaurare un dialogo costante. Voi siete “sensori” importantissimi. Spesso sapete ciò che accade sul territorio prima di noi. Credo che il dialogo tra il prefetto e i giornalisti non sia un fatto solo di cortesia, ma parte integrante del mio lavoro».
Sulle tensioni che in questi giorni agitano molti amministratori locali a causa delle continue notizie di tagli (veri o presunti) all’articolazione degli enti, Malfi ha detto con chiarezza: «Le decisioni politiche spettano a governo e parlamento e di certo non tocca noi commentarle anche se, come privato cittadino, ho ovviamente le mie opinioni in merito. Quello che posso dire da prefetto è che tutta la nostra struttura è a disposizione di sindaci e amministratori per conseguire l’obiettivo che ritengo importante di riorganizzare la macchina dello Stato secondo criteri di efficienza e sostenibilità economica».
Infine una proposta innovativa: «Vorrei che questo splendido palazzo in cui ci troviamo diventasse patrimonio della città. Che qui si organizzassero momenti di incontro pubblico per far sentire la Prefettura sempre più vicina ai cittadini. Per parte mia intendo avviare da subito un contatto con le scuole perché i ragazzi possano visitare e conoscere la nostra struttura. Di certo la mia porta sarà sempre aperta».