Marijuana dalla coltivazione allo spaccio: arrestato un vercellese
Nella mattinata del 21 agosto, personale della Sezione antidroga della Squadra Mobile di Vercelli ha arrestato un uomo, nato a Vercelli nel 1970, per il reato di coltivazione e detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio. L’attività investigativa è nata grazie ad una segnalazione confidenziale che indicava l’arrestato quale spacciatore di ingenti quantità di marijuana. Le attività di appostamento della Squadra Mobile hanno permesso di individuare l’abitazione dell’uomo, in un paese poco distante da Vercelli.
Dalle indagini è emerso che l’abitazione del trafficante era collegata a un vasto terreno al quale, nonostante l’ubicazione in aperta campagna, era particolarmente difficile accedere. L’astuto proprietario aveva infatti creato una recinzione con del filo spinato, dei cancelli blindati e della fitta vegetazione per ostacolare la visione dall’esterno. Proprio quest’ultima circostanza ha insospettito gli investigatori che hanno così eseguito una perquisizione domiciliare. Tale accertamento ha permesso di scoprire l’esistenza di un’intera struttura adibita alla coltivazione ed alla raccolta della marijuana.
I poliziotti hanno trovato delle vere e proprie serre, allestite professionalmente, sia all’esterno che all’interno dell’abitazione, in maniera da permettere anche durante l’inverno la prosecuzione dell’attività illegale. Sono state sequestrate oltre 150 piante di marijuana, già pronte per la raccolta, e diverse centinaia di barattoli utilizzati per la conservazione e la catalogazione della sostanza stupefacente (ogni barattolo era numerato ed etichettato per “tipo”). Inoltre, gli operatori della Squadra Mobile sono riusciti ad individuare, all’interno del terreno ed abilmente mascherato dalle zolle di terra, un cunicolo lungo parecchi metri scavato dall’uomo per nascondere una ventina di barattoli con oltre 800 grammi di marijuana già confezionata.
Insieme ai contenitori utilizzati sono stati trovati alcuni indirizzi di soggetti residenti all’estero che fanno presumere che l’uomo spacciasse per “corrispondenza” inviando ingenti quantitativi di droga in paesi stranieri. Su tali ultimi aspetti sono in corso ulteriori approfondimenti.