Riso: il 15 via alla procedura per il ritorno dei dazi sull’import
L'eurodeputato Cirio: «L'intesa sarà formalizzata in forma scritta». Coldiretti: «Bene, ma le clausole siano estese anche al riso non lavorato»
L’abolizione dei dazi zero per il riso importato dal sud est asiatico verrà assunta dalla Commissione europea la prossima settimana con una procedura scritta e senza ulteriore discussione, salvo specifica richiesta da parte di uno dei membri del Collegio dei Commissari che si riunirà martedì prossimo, 15 gennaio, a Strasburgo.
«Nelle scorse settimane avevo scritto ai Commissari europei al Commercio e all’Agricoltura, Cecilia Malmström e Phil Hogan, per sollecitare al più presto una ratifica finale – spiega Alberto Cirio, membro della Commissione Agricoltura del Parlamento Ue – Abbiamo avuto la conferma dell’avvio della procedura scritta, modalità possibile quando non c’è il rischio che qualcuno nel collegio dei commissari si opponga. In questo caso, essendo una proposta della Commissione stessa, non si è ritenuto necessario discuterne. Entro la prossima settimana i dazi saranno finalmente reintrodotti. È la notizia che aspettavamo, il modo migliore per dare il via al 2019. Quella per il riso è stata la mia prima battaglia al Parlamento europeo. E dopo quasi cinque anni finalmente ne vediamo la fine. Sono molto soddisfatto per il nostro riso, ma anche perché abbiamo affermato un principio di cui potranno godere tutte le nostre eccellenze agricole: i cibi italiani non si toccano, non si copiano e vanno tutelati. Lo abbiamo detto con forza e l’Europa ci ha ascoltato».
Positive le reazioni del mondo agricolo: «Potrebbe concludersi una vicenda che dura da troppo tempo: sono, infatti, oltre 5 anni che la nostra organizzazione si è mobilitata ed il Governo italiano, su nostra sollecitazione, ha formalmente avviato il 16 febbraio 2018 la richiesta alla Commissione europea per il ripristino dei daz», spiega Paolo Dellarole presidente di Coldiretti Vercelli e Biella con delega al settore risicolo.
«Si tratta del risultato del lavoro e delle mobilitazioni di tutta la filiera, come l’evento organizzato da Coldiretti a Vercelli dello scorso 18 novembre e l’incontro a Bruxelles del 19 novembre, che hanno portato a riconoscere il danno economico dovuto ai volumi di importazioni di riso. Per troppo tempo sono stati, oltretutto, violati i diritti umani ed il riso importato è frutto di soprusi, violenze e sofferenze generate da interessi politici ed economici delle multinazionali. Chiediamo, però, che la clausola riguardi non solo il riso indica lavorato, ma anche quello non lavorato – prosegue Coldiretti Piemonte – E’ ora, quindi, di dire basta e dare nuovo impulso all’economia risicola del territorio visto che la nostra è quella con i numeri maggiori a livello produttivo con 117 mila ettari, 8 milioni di quintali di produzione e quasi 1.900 aziende».