I dettagli dell’operazione ”Casa verde” che ha portato all’arresto di sei persone che spacciavano nei boschi del Vercellese
La Polizia di Stato di Vercelli ha reso noti i particolari della vasta operazione antidroga cui abbiamo accennato già nelle scorse ore su questo sito. Al termine una prolungata e articolata indagine coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vercelli e denominata “Casa verde”, gli agenti hanno arrestato sei uomini dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti.
L’attività investigativa è iniziata nel mese di Maggio 2021 quando la Squadra Mobile, nell’ambito dell’attività info-investigativa, è venuta a conoscenza dell’esistenza di un altro lucroso mercato di spaccio di sostanze stupefacenti, dopo quelli già chiusi nel 2020 con le operazioni “Aquila Nera” e “Scimbla”.
Tale fiorente mercato vedeva il suo centro nelle zone boschive dei comuni al confine tra le Province di Vercelli e di Novara, nei pressi del fiume Sesia, nelle aree limitrofe a quelle interessate dall’operazione “Aquila Nera” ed era gestito da un sodalizio composto da soggetti italiani e marocchini.
Gli uomini della Squadra Mobile- sezione “Antidroga”- iniziavano una serie di servizi di osservazione nelle piazze di spaccio segnalate al fine di verificare la bontà delle notizie acquisite e identificare gli spacciatori.
Inizialmente venivano identificati tre dei soggetti facenti parte del sodalizio criminale ed in particolare due cittadini marocchini, già noti ai poliziotti poiché arrestati nell’ambito dell’operazione “Aquila Nera”, nonché un terzo soggetto italiano.
Nel corso dell’attività di polizia giudiziaria, venivano fermati circa trenta persone, acquirenti della droga, provenienti dalle province di Vercelli, Novara, Biella e Verbania, i quali fornivano elementi utili per il prosieguo dell’indagine ed ai quali venivano sequestrate numerose dosi di stupefacenti poco prima acquistate e, quindi, segnalati presso le competenti Prefetture – U.T.G.
L’indagine,particolarmente difficoltosa e complessa per le impervie zone boschive teatro degli episodi di spaccio e per la accortezza posta in essere dagli spacciatori con vedette utilizzate per segnalare l’eventuale prezenza in zona delle Forze dell’Ordine, ha permesso di accertare, anche tramite i numerosi sequestri di stupefacente che, durante una giornata “lavorativa” che iniziava alle 10 del mattino e terminava a notte inoltrata, gli spacciatori effettuavano numerosissime cessioni di droga, arrivando a guadagnare anche 15.000 euro al giorno.
A seguito dei servizi posti in essere, è stato possibile accertare che, a partire dal giorno 26 giugno u.s. nella piazza di spaccio hanno cominciato ad operare nuovi “pusher”, ovvero altri cittadini marocchini, provenienti dall’hinterland milanese, i quali hanno mantenuto in uso le utenze cellulari utilizzate dai precedenti pusher per non perdere la “clientela” e si sono avvalsi, per un certo periodo di tempo, della fattiva collaborazione del cittadino italiano, precedentemente identificato e successivamente di un altro italiano.
Mediante un’intensa attività di “intelligence”, gli uomini della Squadra Mobile hanno identificato anche i tre nuovi spacciatori.
Proprio in data 26 giugno, nell’ambito dell’attività di riscontro investigativa nei confronti degli acquirenti che si recavano presso i “pusher” a rifornirsi di sostanze stupefacenti, è stato fermato ed arrestato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti un quarantatreenne biellese, perché trovato in possesso di circa 25 gr. di eroina e gr. 2 di hashish e già pregiudicato per reati in materia di sostanze stupefacenti. Sempre nel corso dell’attività di riscontro, in data 30 giugno u.s., un secondo italiano, cinquantaduenne vercellese, pregiudicato per reati contro la persona, veniva fermato ed arrestato per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacenti poiché trovato in possesso di circa 20 gr. di cocaina.
Le investigazioni svolte nei confronti degli indagati hanno permesso di acquisire adeguati elementi di riscontro inerenti alla loro illecita ed articolata attività criminosa che ha portato la locale Procura della Repubblica a richiedere ed ottenere dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Vercelli, l’emissione di un’ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere nei confronti dei sei soggetti componenti il sodalizio criminoso.
In data 4 Agosto, il G.I.P. presso il Tribunale di Vercelli emetteva l’ordinanza di applicazione della misura personale della custodia cautelare in carcere, in ordine al reato di spaccio di sostanze stupefacenti, nei confronti dei quattro cittadini marocchini e dei due italiani.
La sera stessa gli uomini della sezione antidroga della Squadra Mobile raggiungevano ed arrestavano quattro spacciatori.
I due italiani, un ventisettenne siciliano, ma da tempo residente in provincia di Novara, pregiudicato per reati in materia di sostanze stupefacenti ed un quarantaquattenne novarese, pregiudicato per reati contro il patrimonio, venivano rintracciati presso le loro abitazioni site in provincia di Novara.
I due marocchini, quelli che operavano nella piazza di spaccio dal 26 giugno, venivano, invece, bloccati al casello autostradale di Milano Ghisolfa, mentre con la loro autovettura erano di ritorno a Milano.
Nell’occorso i due, un venticinquenne ed un ventinovenne, entrambi irregolari sul territorio nazionale e pregiudicati per reati in materia di sostanze stupefacenti, tentavano la fuga danneggiando due autovetture di servizio e tre autovetture di persone in fila al casello, motivo per il quale venivano anche denunciati per i reati di danneggiamento aggravato e resistenza a Pubblico Ufficiale.
Gli altri due spacciatori, peraltro già arrestati nel 2019 dalla Squadra Mobile di Vercelli per analoghi reati come sopra menzionato, inizialmente irreperibili, dopo serrate ricerche, venivano successivamente rintracciati; nello specifico il primo, un marocchino diciannovenne, irregolare sul territorio nazionale e pregiudicato per reati in materia di sostanze stupefacenti, veniva individuato ed arrestato, in data 6 Agosto, in provincia di Mantova presso una Comunità dove era stato affidato in prova per il periodo di un anno e sei mesi, a seguito del precedente arresto del 2019.
Il secondo, un ventiduenne marocchino, irregolare sul territorio nazionale e pregiudicato per reati in materia di sostanze stupefacenti, veniva rintracciato, in data 10 Agosto, a Milano dove attualmente abitava.