Unioncamere ha stilato l’undicesimo rapporto dell’internazionalizzaione del Piemonte
È stato presentato oggi, venerdì 20 dicembre 2013, l’undicesimo Rapporto sull’internazionalizzazione del Piemonte, a cura di Unioncamere Piemonte. Dopo i saluti del Presidente di Unioncamere Piemonte, Ferruccio Dardanello, e del Presidente del Ceipiemonte Giuseppe Donato, il Segretario Generale di Unioncamere Piemonte Paolo Bertolino ha illustrato i principali dati contenuti nel rapporto. Le conclusioni sono state affidate al Presidente della Regione Piemonte Roberto Cota. Nonostante la fase recessiva, nel 2012 il Piemonte ha confermato una buona capacità di cogliere le sfide poste dal mercato globale, sia in termini di attrattività di investimenti diretti esteri e di turisti stranieri che di competitività, grazie alla continua crescita delle proprie vendite all’estero di beni e servizi. “L’internazionalizzazione del Piemonte continua a crescere ed è proprio questa crescita, sostenuta anche dalle esportazioni, che rappresenta un elemento strategico per lo sviluppo del nostro territorio, da perseguire continuando a programmare politiche efficaci e misure ad hoc in grado di rafforzare la presenza e la credibilità delle nostre imprese sui mercati esteri.– commenta Ferruccio Dardanello, Presidente Unioncamere Piemonte –. Il sistema camerale deve quindi continuare a lavorare con impegno per sostenere il nostro sistema imprenditoriale e, allo stesso tempo, impegnarsi per ridurre tutti quegli ostacoli strutturali che rappresentano un peso oneroso per le nostre aziende”. L’indice sintetico di internazionalizzazione del Piemonte Anche quest’anno l’indice di internazionalizzazione del Piemonte, che sintetizza in un unico indicatore le tendenze manifestate nel corso del 2012 dai numerosi aspetti legati al fenomeno dell’internazionalizzazione, ha manifestato una dinamica positiva, con una crescita complessiva del 3% rispetto al valore calcolato per il rapporto 2012. L’incremento complessivo è scaturito dall’ottima performance esibita dall’indice di internazionalizzazione sociale, cresciuto dell’8% circa, e dalla sostanziale stabilità della componente economica. Per quanto riguarda la sfera sociale si evidenzia da un lato la crescente attrattività esercitata dagli atenei piemontesi sugli studenti di nazionalità straniera (il peso degli iscritti universitari stranieri sul totale è salito all’8,0%, dal precedente 6,9%), dall’altro la crescente rilevanza che la componente straniera riveste rispetto ai flussi turistici del territorio (tra il 2011 e il 2012 l’incidenza delle presenze turistiche straniere sul totale è passata dal 34,4% al 41,3%). Sotto il profilo economico si segnala la lieve flessione della propensione piemontese al commercio internazionale (calcolata come somma di import ed export di merci e servizi rapportata al Pil), dovuta essenzialmente alla forte flessione delle importazioni di merci registrata nel 2012. Per quanto concerne la capacità di attrarre investimenti diretti esteri, il 2012 ha rilevato una situazione sostanzialmente invariata rispetto all’anno precedente, mentre si registra in costante aumento la presenza degli stranieri nel mercato del lavoro piemontese. Il Piemonte continua, inoltre, ad apparire più internazionalizzato della media italiana: posto pari a 100 il livello di internazionalizzazione complessivo dell’Italia, quello piemontese risulta superiore a quest’ultimo di oltre 26 punti percentuale. Sia in riferimento agli aspetti economici, sia sotto il profilo sociale, il Piemonte manifesta una maggiore propensione all’internazionalizzazione rispetto al Paese valutato nel suo complesso: i relativi numeri indice risultano, infatti, pari a 124,9 e 141,2. Scendendo nel dettaglio degli indici elementari spicca in primo luogo il dato relativo alla formazione internazionale (l’incidenza degli iscritti universitari di nazionalità straniera ai quattro atenei piemontesi è più che doppia rispetto al dato nazionale). Il Piemonte si distingue, inoltre, dall’aggregato nazionale per la più elevata incidenza della popolazione straniera sul totale della popolazione residente, per la migliore capacità di attrarre investimenti diretti esteri, per il più rilevante grado di apertura agli scambi internazionali, sia di merci, che di servizi, e per una più intensa partecipazione degli stranieri al mercato del lavoro. L’unica tematica in riferimento alla quale il Piemonte cede il passo all’Italia è quella del turismo internazionale: nel 2012 le presenze turistiche straniere in Italia rappresentano il 47,4% dei flussi complessivi, mentre in Piemonte la quota è ferma al 41,3%. Le esportazioni piemontesi nei primi nove mesi del 2013 Nei primi 9 mesi del 2013 il valore delle esportazioni piemontesi ha raggiunto i 30,4 miliardi di euro, registrando un aumento del 2,9% rispetto allo stesso periodo del 2012. La dinamica realizzata dall’export regionale è in controtendenza rispetto al dato medio nazionale, che risulta in calo dello 0,3% rispetto al periodo gennaio-settembre 2012. Valutando le singole variazioni trimestrali si rileva come alla crescita dello 0,7% del I trimestre 2013 abbiano fatto seguito incrementi tendenziali più sostenuti nel II e nel III trimestre 2013 (pari, rispettivamente, a +2,2% e +5,8%). Tra le principali regioni esportatrici il Piemonte ha realizzato la performance migliore: il valore delle esportazioni della Lombardia è risultato sostanzialmente stabile (-0,1%), mentre il Veneto e l’Emilia Romagna, seconda e terza regione esportatrice, hanno registrato, ciascuna, un incremento del valore delle rispettive vendite all’estero del 2,0% rispetto al periodo gennaio-settembre 2012. La crescita delle esportazioni non ha coinvolto tutti i principali comparti delle esportazioni regionali. Il settore dei mezzi di trasporto, che genera il 22,7% dell’export complessivo, ha realizzato l’incremento più marcato (+12,4%), dinamica che scaturisce dall’aumento delle esportazioni sia dei componenti autoveicolari che degli autoveicoli. È risultata invece negativa la variazione tendenziale rilevata dalle vendite all’estero della meccanica che, con una quota del 19,8% sul totale regionale, hanno subìto una contrazione del 3,8% rispetto allo stesso periodo del 2012. Negativa anche la performance delle esportazioni di metalli e prodotti in metallo (-10,0%), mentre quella concretizzata dai prodotti alimentari e del tessile-abbigliamento è risultata positiva (+6,0% e +3,5%). Quanto ai mercati di sbocco delle merci piemontesi, il bacino dell’Ue-28 ha attratto il 57,5% delle esportazioni regionali, contro il 42,5% dei mercati situati al di fuori dell’area comunitaria. In merito alla dinamica esibita dalle vendite piemontesi, la crescita è risultata positiva per le esportazioni dirette ai partner extra Ue-28 (+8,9%), e negativa per quelle destinate complessivamente all’Ue-28 (-1,2%). Per queste ultime si rileva come la crisi recessiva dell’area euro stia ancora manifestando i suoi effetti negativi sugli scambi intra-regionali dell’Unione Europea considerata nel suo complesso.