Coldiretti: «Mancano strumenti adeguati per applicare l’ordinanza sulla riduzione della popolazione di cinghiali in regione»
«Sono passati ormai 10 giorni dall’ordinanza regionale relativa al depopolamento dei cinghiali, ma mancano ancora gli strumenti applicativi affinché si possa veramente partire con le azioni di contenimento straordinarie e specifiche su tutti i territori». E’ quanto evidenziano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale rispetto alla situazione di stallo dopo la firma dell’ordinanza da parte del governatore, Alberto Cirio.
«Nello specifico, devono attivarsi sia la Regione sia le Province in tempi rapidi – continuano Moncalvo e Rivarossa – poiché la necessità è quella di arrivare ad abbattere 50 mila cinghiali, a seguito dello scoppio della Peste Suina Africana accaduto ormai più di due mesi fa. E’ urgente che la Regione dia dettagliate indicazioni operative per l’autocostruzione di gabbie e recinti di cattura, confermando che chiunque può montarli, ma solo i soggetti abilitati possono procedere all’abbattimento dei capi catturati, ma anche che definisca i programmi ed il profilo dei docenti per le attività di formazione, sia rispetto al corso di 3 ore sulla biosicurezza necessario per gli interventi nelle aree A1 e A2, sia per il corso di abilitazione dei soggetti attuatori del piano di depopolamento. Solo in questo modo, Coldiretti Piemonte potrà organizzare i corsi necessari – continuano -. Per quanto riguarda le Province, invece, è opportuno che si attivino per pubblicare la manifestazione di interesse per i soggetti abilitati alle azioni straordinarie di contenimento e predispongano strumenti di raccolta dei dati, entro le 12 ore dall’intervento, attraverso metodi rapidi ed efficaci con applicazioni di messaggistica su smartphone. Le nostre imprese non possono aspettare oltre – concludono Moncalvo e Rivarossa – per cui non bisogna più perdere tempo, ma è quanto mai indispensabile agire concretamente per affrontare questo momento di difficoltà legato alla Peste Suina, ma ulteriormente aggravato dagli sconvolgimenti di mercato, dalle speculazioni e dalla guerra».