Il Prefetto sospende Tiramani da sindaco di Borgosesia a tre mesi dalla condanna nell’appello bis per la “rimborsopoli” regionale

Paolo Tiramani

A distanza di oltre tre mesi dalla sentenza della Corte d’Appello che, al termine del procedimento “bis”, aveva condannato a un anno e 5 mesi Paolo Tiramani nell’ambito della cosiddetta inchiesta sulla Rimborsopoli piemontese, il prefetto di Vercelli, Lucio Parente, ha comunicato allo stesso Tiramani il provvediemento di sospensione dalle funzioni di sindaco così come previsto dalla cosiddetta Legge Severino. Tiramani, insieme ad altri esponenti della compagine regionale guidata da Roberto Cota, era accusato di peculato per l’utilizzo irregolare dei fondi destinati ai gruppi consiliari per i rimborsi spesa. Fatti che risalgono alla legislatura conclusasi nel 2014: poi ben quattro gradi giudizio e per Tiramani una condanna in primo grado, assoluzione in appello, rinvio della Cassazione a un secondo appello e la condanna del dicembre scorso con ulteriore ricorso in Cassazione che dovrà mettere la parola fine alla vicenda.

E’ stato lo stesso Tiramani a rendere nota l’evoluzione della situazione con un comunicato del suo ufficio stampa: «Il Prefetto di Vercelli – dice il primo cittadino borgosesiano – ha deciso, a seguito della sentenza non definitiva del 14 dicembre scorso, di sospendermi dal ruolo di Sindaco in ottemperanza alla Legge Severino che, ricordiamo, prevede che anche in caso la sentenza non sia definitiva, si venga sospesi dal ruolo di sindaco ma non da quello di deputato».

Il sindaco prosegue: «Sono molto rammaricato per questo provvedimento, che ritengo iniquo oltre che intempestivo – dice Tiramani – la condanna non è definitiva, ci sarà ancora un grado di giudizio, inoltre mancano solo due mesi alle nuove elezioni, alle quali non parteciperò come ho già ampiamente dichiarato. Il buonsenso avrebbe voluto che l’attività del Comune potesse continuare fino alla fine, senza scossoni burocratici: la Legge Severino è stata varata nel 2012 – spiega – e da allora non si contano le proposte di variazione depositate in Parlamento, perché in questi anni l’esperienza ha mostrato che molti amministratori vengono sospesi e poi riabilitati per sentenze successive favorevoli, ma intanto il Comune va in regime provvisorio, con danni che in questo periodo si ripercuotono anche sul PNRR».

Paolo Tiramani potrebbe ricorrere contro la decisione del Prefetto come aveva già fatto dopo la condanna in primo grado (venedo successivamente reintegrato) ma questa volta il tempo a disposizione sarebbe davvero troppo poco. Non resta che adeguarsi, dunque, ma certo questo non vuol dire abbandonare il Comune: «La sospensione implica che non avrò più potere di firmare gli atti del Comune – conclude Paolo Tiramani – ma non mi impedisce di rimanere a disposizione dei cittadini che avranno bisogno di me: ci sono sempre stato, per tutti, e ci sarò ancora. La Legge Severino, che mi sospende come Sindaco, mi conferma invece come Deputato: il mio ruolo di rappresentante dei cittadini dunque rimane, così come la mia disponibilità ad ascoltare e supportare chi avrà bisogno di me».