Anche la Sanac protesta davanti a Palazzo Chigi: «Con la lenta fine dell’ex Ilva, muore l’intero comparto»
E’ sempre più incerto il futuro del gruppo Sanac e quindi anche del suo stabilimento di Gattinara. La Sanac è leader nel settore dei materiali refrattari e quindi è fornitrice del settore siderurgico. Nonostante le riconosciute capacità produttive l’azienda si trova coinvolta nelle più generali incertezze del comparto e ogni tentativo di uscire dall’emergenza pare infrangersi su scogli fatti di ritardi, promesse non mantenute e confronti infruttuosi con la politica.
«La storia dei paradossi italiani si ripete e Sanac di paradossi ne rappresenta molti – si legge in un comunicato dei sindacati – A sei mesi dal tavolo ministeriale tutto tace: degli ordini da parte di Acciaierie D’Italia nemmeno l’ombra (tra l’altro proprio oggi, venerdì 20 ottobre, tutti gli stabilimenti ex Ilva sono in sciopero, ndr) e il bando di vendita resta fermo al Ministero delle Imprese e del Made in Italy in attesa di pubblicazione. Il tempo passa, l’esborso di risorse pubbliche aumenta e il Governo cosa fa? Resta a guardare? L’immobilismo sta portando al depauperamento delle capacità produttive e del capitale umano: lavoratori altamente qualificati. Sanac è un’azienda fiore all’occhiello del Made in Italy, fondamentale per la filiera dell’acciaio.
L’A.D. di Acciaierie D’Italia sceglie di reperire i materiali refrattari all’estero, spendendo moltissimo per gli approvvigionamenti; nel frattempo la cassa integrazione per i lavoratori di Sanac continua e con essa si perdono ulteriori risorse pubbliche. Ci domandiamo perché non venga esercitato il ruolo del Governo all’interno di Acciaierie D’Italia tramite Invitalia e vogliamo risposte rispetto questo quesito, rispetto gli ordini, rispetto al bando. Dall’invio della richiesta urgente di riconvocazione del tavolo ministeriale, era il 7 settembre, non abbiamo ancora avuto riscontri».
Per queste ragioni Filctem Cgil, insieme al Coordinamento Sanac, manifestano oggi, venerdì 20 ottobre, sotto Palazzo Chigi con i sindacati dei Metalmeccanici e delle altre organizzazioni sindacali che rappresentano le aziende dell’indotto.
«Il lento spegnimento di Ilva – conclude il comunicato – coincide con lo spegnimento delle attività di Sanac: questo non lo possiamo permettere e faremo di tutto affinché non avvenga».