Legambiente: «Sul deposito nucleare a Trino vogliamo un consiglio comunale aperto davvero…»
Con una lettera protocollata al Comune di Trino lunedì 22 gennaio, le associazioni Legambiente e Pro Natura del Vercellese hanno chiesto la convocazione di un’adunanza “aperta” del Consiglio comunale: ma aperta davvero, a «parlamentari, rappresentanti della Regione, della Provincia, di altri Comuni e delle forze politiche e sindacali», come previsto dal Regolamento del Consiglio, che abbia per tema l’allontanamento di tutti i materiali radioattivi dal territorio di Trino.
Il regolamento del Consiglio comunale di Trino prevede infatti che le adunanze “aperte” possano essere convocate «quando particolari motivi di ordine sociale e politico lo facciano ritenere opportuno», affinché gli invitati «portino il loro contributo di opinioni e di conoscenze e precisino al Consiglio comunale gli orientamenti delle parti sociali da loro rappresentate». Ecco quindi la richiesta delle associazioni ambientaliste.
Un’adunanza “aperta” del Consiglio trinese sul tema delle scorie radioattive c’è già stata, l’11 gennaio scorso: perché farne un’altra?
«L’11 gennaio – spiegano Gian Piero Godio, vicepresidente di Legambiente Vercellese e Valsesia, e Umberto Lorini, presidente di Pro Natura del Vercellese – non sono stati ascoltati i soggetti previsti dal regolamento del Consiglio.
La maggioranza ha portato rappresentanti di Sogin e del Ministero, la minoranza ha scelto tre liberi professionisti esperti di varie materie: nessuno di loro è parlamentare, o rappresentante della Regione, della Provincia, di altri Comuni, di forze politiche e sindacali o di “parti sociali” in senso lato.
Le sei degnissime persone intervenute all’adunanza dell’11 gennaio non sono quindi, evidentemente, i soggetti previsti dall’art. 19 del Regolamento del Consiglio. Noi avevamo già segnalato questa irregolarità, prima della seduta del Consiglio, al segretario comunale; ma quella sera si è ritenuto di procedere ugualmente, anche se in violazione del regolamento».
«Al di là degli aspetti formali, però, ci preme evidenziare quelli sostanziali; in questo momento sul problema delle scorie radioattive a Trino si stanno esprimendo, in varie sedi, molte “parti sociali”: le associazioni ambientaliste, certo, ma anche i Comuni del Vercellese e del Monferrato, le Province, la Regione, le associazioni di agricoltori e di viticoltori, finanche la Curia Arcivescovile.
Sono questi i soggetti che, in un’adunanza “aperta”, il Consiglio dovrebbe ascoltare.
Ecco perché abbiamo presentato la richiesta: quello del materiale radioattivo a Trino è un argomento che riguarda tutto il territorio, non può essere affrontato solo all’interno della “cinta daziaria” trinese a colpi di voti di maggioranza consiliare e frettolose delibere di Giunta.
In casi come questi, in presenza di “motivi di ordine sociale e politico” che “lo facciano ritenere opportuno”, il regolamento del Consiglio prevede l’ascolto, in adunanza “aperta”, di tutti questi soggetti; si applichi il regolamento, allora, e si convochino le “parti sociali” del Vercellese e del Monferrato».