L’8xmille: una firma che fa bene. Esigenze di culto, interventi caritativi e sostegno al clero

Catechesi ed educazione cristiana, cura delle anime attraverso gli uffici pastorali. Ma anche formazione degli operatori liturgici a quella teologico pastorale. E ancora manutenzione degli edifici religiosi, circa 600 sull’intera diocesi e comunicazione sociale a finalità pastorale. Sono diverse le esigenze di culto sostenute con i contributi 8xmille. A queste si affiancano gli interventi caritativi destinati alla Caritas eusebiana, alla Pastorale Migrantes, alle associazioni che sostengono persone in diffficoltà e al seminario che ospita preti anziani e inoltre il sostentamento del clero.

«Il contributo 8xmille 2023 assegnato all’Arcidiocesi di Vercelli è stato abbastanza in linea con l’assegnazione avvenuta negli ultimi anni, anche se purtroppo lievemente decrescente – illustra Michela Ferraris, economo della Curia – L’importo erogato per esigenze di culto e pastorale è stato di 560.123,06 euro, per gli interventi caritativi di 533.697,47 euro e per la copertura dei costi del clero di circa 507.000 euro».

Le somme destinate alle esigenze di culto e pastorale sono state impiegate in favore di attività e organismi della diocesi: «Per la formazione di operatori liturgici attraverso la Cappella musicale della Cattedrale – sottolinea Ferraris – per la manutenzione edilizia del culto esistente quando le parrocchie non riescono da sole a far fronte a interventi di manutenzione o restauro di entità ridotte per i quali non possono accedere ai fondi CEI. Come pure per la cura delle anime attraverso il servizio degli uffici pastorali e il lavoro della curia e l’attuazione del piano pastorale diocesano – prosegue – Per la formazione teologico pastorale del popolo di Dio che si attua attraverso l’archivio diocesano per la gestione e il riordino perché possa essere fruibile da tutta la popolazione interessata alla consultazione, la formazione del clero, il sostegno economico ai seminaristi e il Meic per contribuire in parte alle spese che il Movimento ecclesiale deve affrontare per l’organizzazione dei vari incontri e convegni culturali durante l’anno pastorale». 

E inoltre, come aggiunge Ferraris, per i mezzi di comunicazione sociale a finalità pastorale: il Corriere Eusebiano, settimanale cartaceo e online quotidiano che tratta temi per lo più diocesani coerenti con i valori cristiani cattolici e il Canale YouTube diocesano “Sant’Eusebio Channel” che trasmette video e dirette streaming di eventi culturali e religiosi che si svolgono nell’anno pastorale e per il Centro Missionario Diocesano perché possa organizzare eventi di sensibilizzazione alla missione e al suo sostegno. 

«Una parte dei contributi è destinata alla catechesi ed educazione cristiana attraverso il Centro di consultazione prematrimoniale e familiare  – afferma l’economo – per sostenere in parte i corsi che supportano soggetti in difficoltà psico-fisica, famiglie, bambini, vedovi».

Le somme destinate agli interventi caritativi vengono impiegate invece dalla diocesi per sostenere le azioni della Caritas eusebiana rivolte a persone in difficoltà che necessitano di aiuti economici per l’acquisto di beni di primaria importanza; per il monitoraggio e l‘accompagnamento di nuclei familiari in difficoltà sia nel sostenere le spese per la scolarizzazione dei figli che il pagamento delle utenze. «E per dare la possibilità di tenere aperto uno sportello di orientamento informativo per il lavoro con aziende partner, di accompagnamento socio-educativo e psicologico per migliorare le loro condizioni di vita e diventare pian piano economicamente indipendenti; per il servizio di dormitorio e gestione di case per emergenza abitativa utilizzate da persone senza fissa dimora, famiglie sfrattate e singoli che arrivano dalla rotta balcanica».

Oltre alla Caritas eusebiana, a beneficiare delle risorse destinate agli interventi caritativi è la Migrantes diocesana per l’accoglienza di famiglie o singoli rifugiati stranieri «in forte deficit economico in possesso di protezione in uscita dai Cas o dagli Sprar – precisa Ferraris – perché queste persone possano integrarsi al meglio nel nostro territorio per una miglior convivenza con la popolazione già residente». 

Risorse vengono inoltre destinateal Seminario Arcivescovile che ospita anche preti anziani autosufficienti provvedendo a loro con personale dedicato e a diverse associazioni caritative del territorio che hanno quale mission il sostegno a persone in difficoltà, come l’Associazione. Società di San Vincenzo De Paoli, il Gruppo di Volontariato Vincenziano, il Centro Aiuto alla Vita.

«Il terzo importo assegnato all’Arcidiocesi, in aggiunta alle quote raccolte dall’ Istituto Diocesano Sostentamento del Clero, è invece destinato al sostentamento del clero che garantisce loro una remunerazione dignitosa secondo il principio della perequazione – afferma l’economo – I nostri sacerdoti oltre alla diffusione dell’annuncio del Vangelo e alla celebrazione dei sacramenti, sono sempre più al fianco di chi ha bisogno portando conforto e speranza. Hanno anche un importante impegno educativo nei confronti dei giovani che frequentano le nostre parrocchie. Sostengono gli ammalati e le persone anziane sempre più spesso lasciate sole».

Un insieme di azioni, dunque, per cui diventa importantissima la firma per destinare l’8xmille alla Chiesa Cattolica nella dichiarazione dei redditi. «La corresponsabilità è sentire il bisogno di contribuire personalmente, sia con risorse che con il talento, alla vita della comunità di cui facciamo parte – dice Ferraris – Ovviamente il consenso dei cittadini verso la Chiesa è libero, ma tutti i fedeli dovrebbero provvedere alle sue necessità come all’interno di una grande famiglia, perché la libertà non esclude la collaborazione e il riconoscimento, da parte dello Stato, della funzione che la Chiesa riveste anche sul piano sociale. Il denaro che la Chiesa riceve non lo tiene per sé, ma lo utilizza per l’intera comunità, come precedentemente detto per il culto, la carità e il sostegno ai sacerdoti – conclude – Una cosa fondamentale da ricordare e ribadire è che i bisogni della Chiesa non sono sostenuti né dallo Stato e nemmeno dal Vaticano, ma sono i fedeli ad avere la responsabilità totale del suo sostegno economico attraverso le offerte deducibili e l’8xmille, per cui è chiesto ad ognuno di fare la sua parte. Sono d’accordo con l’affermazione che “l’8xmille è un meccanismo di democrazia partecipata, forse il migliore di tutta Europa”».