L’8xmille per sostenere Emporio solidale e una Comunità energetica per i poveri
Circa mille famiglie per oltre 3 mila persone, sono quelle servite dall’Emporio della Solidarietà di Vercelli. Una realtà attiva dal 2016, prima nei locali dell’ex mattatoio di via Laviny, messi a disposizione dal Comune e da un paio di anni ormai trasferita nella struttura di via Caduti sul Lavoro che comprende un capannone adibito a magazzino per lo stoccaggio di rifornimenti, immobile acquistato dall’Arcidiocesi.
La finalità dell’Emporio è quella di dare una risposta concreta a chi è in difficoltà economica, attraverso l’attivazione di un servizio socialmente accettato, che prevenga il cronicizzarsi del disagio, nel rispetto della dignità alle persone. In che modo? Superando la modalità della distribuzione dei pacchi di viveri standard, e ponendosi come punto di erogazione unitario degli alimenti, attraverso un mini market in cui è l’utente stesso a scegliere, tra corsie e scaffali, i prodotti di cui ha bisogno. Lasciando quindi la possibilità di “fare la spesa” grazie ad una tessera punti, assegnati sulla base dell’Isee e del numero dei componenti del nucleo familiare. «I punti si rinnovano ogni 4 settimane – spiega Mino Vittone, presidente di Osver odv che gestisce l’Emporio quale braccio operativo della Caritas eusebiana – Il martedì vengono distribuiti i numeri di accesso per tutta la settimana e i nostri utenti possono scegliere giorno e fascia oraria di accesso. L’Emporio è aperto il mercoledì e il venerdì dalle 8,30 alle 12, giorni in cui riceviamo 150 persone, mentre il giovedì dalle 15 alle 16 solo 50. Possono venire una volta a settimana. Il giovedì dalle 14 alle 15 è invece aperto per i profughi ucraini – prosegue Vittone – Le richieste di accesso sono sempre in aumento: ogni giorno facciamo 3 o 4 nuove tessere. Vengono molti stranieri, in questo periodo in particolare molti immigrati dal Sud America, ma anche tante famiglie vercellesi».
Osver partecipa al Programma di aiuti europei agli indigenti, in qualità di Otp, Organizzazione partner territoriale: «Riceviamo forniture da Agea, dal Fead, il Fondo di aiuti europei e in parte dal fondo nazionale. Tutto questo attraverso il Banco Alimentare piemontese: l’Emporio di Vercelli è la struttura più grande servita – sottolinea il presidente di Osver – Una volta al mese arriva un tir con prodotti del Banco: il 50% al 60% dei prodotti sono di Agea, il resto arriva da industrie alimentari con cui il Banco stesso ha accordi».
Circa otto sono i volontari impegnati nell’accoglienza degli utenti: un paio sono addetti ai frigo e freezer a vetro, dove vengono distribuiti i “freschi”, alimenti al di fuori del conteggio punti, che i volontari raccolgono dai supermercati. Ci sono poi due “cassieri” che scalano i punti dalle tessere, un volontario che controlla il “credito” residuo e chi accoglie. Sono sempre presenti anche il presidente e la segretaria per assolvere a tutta la burocrazia.
Non solo. Ci sono poi altrettanti volontari che operano nel backstage, ovvero nel magazzino dove le forniture vengono stoccate, anche nella cella frigo e freezer per il successivo riassortimento di prodotti sugli scaffali. «Tra i nostri operatori volontari ci sono anche persone inviate dall’ Ufficio esecuzione penale esterna, che devono svolgere servizi sociali o la messa alla prova oppure sono in attesa di giudizio» precisa Vittone.
Una macchina di solidarietà che funziona anche grazie ai fondi 8xmille destinati alla Caritas eusebiana: «Abbiamo due dipendenti, segretaria e autista – afferma – E quando mancano prodotti, o articoli specifici dobbiamo integrare l’offerta, con acquisti. Vi sono inoltre i costi della manutenzione dei tre mezzi in servizio e delle assicurazioni, comprese quelle di responsabilità civile e per i volontari. A cui si aggiungono altre spese onerose: quelle delle bollette. Nella sede di via Laviny le utenze erano a carico del Comune, mentre nella nuova sede dobbiamo provvedere noi al pagamento con costi davvero onerosi».
Solidarietà dunque, ma anche sostenibilità. «La spesa energetica è molto rilevante – afferma Carlo Greco, direttore di Caritas eusebiana – Per far fronte a questo onere, vista l’ampia copertura del capannone, esposto a mezzogiorno, quindi con una posizione favorevole all’utilizzo dell’energia solare, a breve inizieranno i lavori per la realizzazione di un fotovoltaico, che non servirà solo a sostenere i consumi della struttura. Infatti con altri partner si darà vita alla prima comunità energetica della città che potrà andare incontro ai bisogni di quelle persone in povertà energetica. Un progetto molto caro all’arcivescovo, mons.Marco Arnolfo, gran parte del quale sarà realizzato con i fondi dell’8xmille. Risorse fondamentali sia per generare e migliorare un servizio per i poveri, ma anche per sviluppare un’ulteriore progettualità, investimento a favore del risparmio, che potrà comunque essere impiegato per soddisfare ulteriori bisogni di chi è in difficoltà».
Firmare per l’8xmille alla Chiesa cattolica è dunque un gesto semplice ma importantissimo, per realizzare migliaia di progetti l’anno, in Italia e nel mondo, per sostenere i più deboli e chi è in difficoltà.