Caso provvedimenti disciplinari ai dipendenti Asl. Tutte le sigle sindacali contro il dg Ricci

L'ospedale di Borgosesia

Si complica la vicenda legata ai provvedimenti disciplinari assunti dall’Asl Vc contro i dipendenti che hanno manifestato contro il ridimensionamento del punto nascite di Borgosesia. Sulla questione infatti giunge un comunicato congiunto di nove sigle sindacali. Un’univocità di posizioni raramente riscontaìrata in un mondo sindacale molto frastagliato come quello sanitario.

Ecco il testo sottoscritto da Roberta Marino ANAAO ASSOMED, Chiara Saggia CIMO FESMED, Consuelo Barbieri AROOI EMAC, Roberto Rostagno CISL medici, Anna Veltre CGIL, Barbara Suardi UIL FPL dirigenza non medica, Raffaella Scaccioni AUPI/FASSID, Rossana Monciino SINAFO/FASSID e Alessandro Suno FVM.

«Il coordinamento delle organizzazioni sindacali della dirigenza medica e sanitaria dell’ASL Vercelli esprime la propria piena solidarietà alle colleghe e ai colleghi dell’ASL di Vercelli che hanno partecipato alla manifestazione dello scorso 28 luglio a Borgosesia e condanna il gravissimo atto della Direzione Generale, qualificabile come antisindacale, punitivo ed intimidatorio.

Riteniamo infatti inaccettabile l’avvio dei procedimenti disciplinari nei confronti di lavoratori che hanno esercitato il proprio diritto costituzionale di espressione e di manifestazione del dissenso. Colpire chi ha preso parte a una protesta civile può avere come unico scopo il dare un segnale di sudditanza all’Assessorato regionale e di debolezza nel rapporto con le istituzioni politiche. Un segnale che mina nel profondo i rapporti tra ASL VC e OOSS della dirigenza, storicamente improntati alla collaborazione nell’interesse dei lavoratori. Purtroppo la fiducia reciproca necessaria per avere rapporti costruttivi rischia di essere pesantemente compromessa da questa azione così gravemente lesiva dei diritti dei cittadini, ancor prima che dei lavoratori, di manifestare civilmente le proprie opinioni ed il proprio dissenso. 

Come OOSS della dirigenza medica e sanitaria abbiamo sempre sostenuto la necessità di applicare in modo uniforme e non discriminatorio sul territorio regionale il DM 70, che prevede la riconversione o la chiusura dei punti nascita sotto la soglia dei 500 parti annui, per garantire sicurezza e qualità delle cure. Su questo siamo stati e restiamo coerenti e chiari.

Ciò non significa che chi esprime posizioni diverse dalle nostre o manifesta preoccupazioni legittime debba essere sanzionato o ridotto al silenzio. Al contrario, la ricchezza del confronto e la pluralità delle voci sono elementi essenziali di una sanità pubblica realmente democratica e partecipata.

Apprezziamo invece la pronta presa di posizione dell’Assessore Riboldi, chiaramente volta a mitigare I toni con la richiesta pubblica al Direttore Ricci di evitare sanzioni per i manifestanti. Analogamente apprezziamo la presa di posizione del Presidente Gilardino sui social a supporto del chiarimento dell’Assessore. 

Ci lascia invece quantomeno interdetti la presa di distanza odierna del Direttore Generale che attribuisce la decisione in toto ai funzionari suoi sottoposti. Prendiamo atto ma si fa fatica a credere che iniziative di questa rilevanza strategica e sindacale contro decine di lavoratori vengano prese senza l’impulso della DG, tanto più che l’organismo indipendente cui il Direttore Ricci attribuisce la piena responsabilità dell’iniziativa non ha mai, con le precedenti direzioni strategiche, manifestato derive così autoritarie. 

Se peraltro davvero così fosse, la mancanza di controllo da parte della direzione strategica su un argomento così cogente ci lascerebbe ancora più perplessi. 

Chiediamo pertanto che l’ASL Vercelli ritiri immediatamente ogni provvedimento disciplinare, si scusi con i lavoratori tutti per quanto accaduto e ristabilisca un clima di autonomia e di rispetto dei lavoratori, ponendo fine una volta per tutte a questa sequela di atteggiamenti minatori e antisindacali. 

Se le risposte che avremo non saranno soddisfacenti valutiamo sin d’ora forme di mobilitazione volte a ribadire la nostra ferma pretesa del rispetto dei diritti dei lavoratori».

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