In corso una “guerra” per abolire le Borse Risi?
E’ in atto una guerra che mira a eliminare le Borse Risi a favore delle Cun (Commissioni uniche) e della Borsa telematica? E’ quello che sostiene il sito specializzato www.risoitaliano.eu che così sintetizza la situazione: «La partita è complessa. I mediatori sono contrari alle Cun e lo è anche Confagricoltura. La Cia, attraverso il presidente lombardo Giovanni Daghetta, fa sapere di stare “con chi difende le borse merci, ritenendo questo sistema il più trasparente”: secondo questa confederazione, negli altri settori, le Commissioni uniche si stanno dimostrando poco efficaci e trasparenti, il che sconsiglia un’estensione al riso, che sta già vivendo giorni difficili. Anche la Borsa telematica, poi, non sembra convincere l’organizzazione di Scanavino».
Ma la Cia non è l’unica voce a levarsi in campo agricolo: ad esempio la Coldiretti ha una posizione completamente contraria. La grande e potente confederazione presieduta dal piemontese Roberto Moncalvo crede nelle Cun e vorrebbe che governassero anche gli scambi nel settore. In Airi (l’Associazione delle industrie risiere italiane) ci sono «due scuole di pensiero – riferisce sempre risoitaliano.eu – quella dei Preve, favorevole al cambiamento, e quella del presidente Mario Francese, più restio a scatenare una guerra con i mediatori, i quali già in passato si erano opposti all’informatizzazione delle contrattazioni. La novità della settimana è che qualcuno lavora affinché le Cun escano dalla porta – magari proprio recependo l’ordine del giorno del Senato, recentemente richiamato da un’interpellanza parlamentare – e la Borsa telematica entri dalla finestra. Chi in passato ha investito nella società Bmti, infatti, vorrebbe che tutte le contrattazioni del risone fossero ricondotte sotto quell’egida. Oggi attraverso la Borsa telematica passano quantità esigue di questo prodotto. A guidare i tifosi di Bmti, secondo un carteggio che circola negli ambienti risicoli, ci sarebbero tuttavia i vertici di enti importanti, i quali, a dispetto del ruolo tecnico che dovrebbero avere, in queste ore stanno premendo in modo esplicito sui risicoltori perché propongano al Ministero delle “alternative” alle Cun che vadano però nella direzione di un cambiamento e cioè dell’abolizione delle borse risi.