Caritas eusebiana: 50 centri d’ascolto, rete sostenuta con l’8xmille

Ascoltare le persone che vivono una situazione di difficoltà. Ascoltarle, per cercare una soluzione, per aiutarle ad affrontare il problema. E’ quanto fa la rete dei Centri di ascolto di Caritas eusebiana, che spaziano dalle parrocchie di Vercelli a quelle dei paesi di tutta la diocesi. Cinquanta punti di riferimento, di cui 14 dislocati in città, ognuno gestito da due a quattro volontari.
«I volontari dei centri di ascolto – spiega Carlo Greco, direttore di Caritas eusebiana – accolgono le persone, le mettono a proprio agio e le ascoltano, mentre raccontano delle loro difficoltà: spesso hanno problemi a pagare le bollette per le utenze o gli affitti, altre volte le necessità riguardano i figli, i costi per la scuola, le cure. I volontari allora cercano soluzioni che, molto spesso, sono possibili grazie alle risorse dell’8xmille».
Così facendo si superano i rischi di utenze staccate, di sfratti. Quando invece le difficoltà riguardano i costi scolastici, i volontari di Caritas intervengono per assicurare libri e materiale didattico, cancelleria, mentre se il problema riguarda la salute, il bisogno di farmaci non mutuabili, provvedono ad assicurarli, come pure a sostenere le cure riabilitative.
«In città, per il cibo le famiglie si rivolgono all’Emporio della Solidarietà, un’opera di Caritas attiva dal 2016 che oggi serve un migliaio di famiglie, complessivamente più di 3 mila persone» aggiunge Greco. Nei paesi della diocesi, invece, sono i volontari dei centri di ascolto a distribuire viveri e anche abbigliamento.
«Nel 2024 le persone che si sono rivolte solo al Centro di ascolto della Cittadella della Carità, sede Caritas, sono state 239 – spiega il direttore – Si tratta di persone non assistite dalle parrocchie di riferimento o con situazioni particolari, complicate, da gestire. Di queste 14 avevano meno di 25 anni; 93 persone tra i 25 e i 45 anni; 80 persone tra i 46 e 60 anni e 41 persone tra i 61 e i 75 anni. Diverse le problematiche che le hanno indotte a chiedere aiuto: 61 per la ricerca di un lavoro e 56 per pagare le bollette. Trentadue erano invece alla ricerca di una casa, mentre 18 avevano bisogno di supporto per orientarsi tra pratiche burocratiche e legali. Quindici necessitavano di un contributo per sostenere la spesa dell’affitto e altre 15 per quelle dei medicinali. Due, inoltre, avevano bisogno di un aiuto per pagare il materiale scolastico».
Numeri, questi, che lievitano, una volta aggiunti i dati relativi alle richieste raccolte dai 50 centri di ascolto. Basti pensare che sono circa 2000 le famiglie, ovvero 3500 persone, che in media si rivolgono ai 50 centri ascolto diocesani, gestiti da un centinaio di volontari, presenti due o tre volte alla settimana.
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