«Eusebio “icona” del seguace di Cristo, ci indica la via della pace e della concordia»

Tanti fedeli, una folta rappresentanza del clero diocesano e delle istituzioni vercellesi, hanno fatto da scenario alla solenne celebrazione della festività di Sant’Eusebio in cattedrale nella mattinata di oggi, venerdì 1 agosto. L’eucaristia è stata presieduta, come preannunciato, dal vescovo di Alba, mons. Marco Brunetti, e concelebrata dall’arcivescovo di Vercelli, mons. Marco Arnolfo, assieme ai confratelli vescovi mons. Gabriele Mana (emerito di Biella), mons. Luciano Pacomio (emerito di Mondovì) e mons. Francesco Ravinale (emerito di Asti).
Mons. Arnolfo, ad inizio messa, ha rivolto un caloroso augurio di buona festa e di pace a tutti i presenti, esprimendo particolare vicinanza ai malati, affetto a tutti i religiosi, le religiose, i presbiteri e i diaconi e un riconoscente saluto alle autorità convenute e ai confratelli vescovi: «Preghiamo – ha detto mons. Arnolfo – perché S. Eusebio, in questo giorno a lui dedicato, ci apra alla speranza in questo tempo tormentato dalle atrocità della guerra. Lo stesso augurio che rivolgo ai nostri giovani che si trovano a Roma per vivere l’esperienza del giubileo che ci invita proprio a essere pellegrini di speranza».
Nella sua omelia mons. Brunetti ha più volte fatto riferimento alla vita e agli insegnamenti di Eusebio, partendo dalla sua celebre invocazione al popolo di Dio a «custodire la fede, conservare la concordia e ad essere perseveranti nella preghiera». Dall’esempio del santo patrono di Vercelli e del Piemonte, mons. Brunetti ha estratto alcuni capisaldi: «Anzitutto il servizio alla verità: Eusebio non ha esitato a sacrificarsi per difendere la verità del Vangelo minata dall’eresia ariana e per fare questo egli è stato pastore e guida, fino alla fine, del gregge che gli è stato affidato. Ma Eusebio intuì che non si ottengono risultati da soli, di qui la sua visione di comunità e di famiglia dei fedeli che si sostengono tra loro. Tutti siamo chiamati alla sanità nel quotidiano, coltivando la straordinarietà nelle cose ordinarie».
Mons. Brunetti ha proseguito sottolinenando come la nostra epoca finisca per relativizzare ogni cosa: «Così diventiamo un popolo di stressati, senza futuro, fatto di esistenze che vivono costantemente immerse nell’incertezza e nella solitudine. Eusebio ci ricorda che conservare la concordia è un impegno che ci vincola a camminare insieme superando divisioni e campanilismi».
Il vescovo di Alba ha ricordato che «quest’anno ricorrono i 1700 anni dal concilio di Nicea dove vide la luce la professione di fede che ancora oggi recitiamo nel Credo. Non si tratta di una mera formula fatta di precetti, ma di un invito pressante a mettere Gesù al centro della nostra vita ed Eusebio è l’icona del perfetto seguace di Cristo. Alla sua intercessione affidiamo la diocesi di Vercelli, il Piemonte e tutte le nostre comunità in un rinnovato impegno nella diffusione del Vangelo».
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