Iniziato in seminario il percorso di formazione sociale della diocesi
Con un’ottima partecipazione di pubblico si è aperto, questa mattina in seminario a Vercelli, l’itinerario di formazione all’impegno sociale e politico promosso dalla diocesi e realizzato dal Meic in collaborazione con molte associazioni e istituzioni del territorio sul tema generale “La dignità e i bisogni”.
Dopo una breve introduzione del presidente del Meic di Vercelli, Mino Vittone, è toccato all’arcivescovo, mons. Marco Arnolfo, avviare i lavori con un intervento che ha dato il senso di un’iniziativa che la diocesi organizza ormai da anni: «Agire per la giustizia sociale è una dimensione costitutiva della predicazione del Vangelo – ha detto mons. Arnolfo – Al cristiano viene chiesto di partecipare alla trasformazione del mondo. Don Bosco, santo salesiano di cui ricorre il bicentenario della nascita, ripeteva che era compito della chiesa formare buoni cristiani e onesti cittadini. Il mondo è davvero la casa di tutti e dobbiamo educare chi ci vive ad amarlo. Ecco perché iniziative come quella che avviamo qui oggi sono importanti al pari delle proposte di catechesi, di preghiera e degli eventi più legati alla liturgia. Siamo davvero tutti chiamati a usare la nostra libertà investendola in progetti di crescita dell’umanità».
Subito dopo è toccato a Maurizio Ambrosini, docente universitario e dirigente del Meic, illustrare il metodo e i contenuti dell’itinerario formativo 2015: «La nostra è sostanzialmente una scuola di cittadinanza attiva. La carità non è solo una forma di vicinanza diretta ai fratelli, carità è anche formare le persone all’impegno civile. E’ una carità indiretta, ma non meno importante. Da questa convinzione nasce un percorso che è fatto sia di contributi, di conferenze, sia di momenti laboratoriali in cui confrontarsi liberamente e generare proposte».
Il programma della prima mattinata di formazione si è concluso con l’intervento di Enrico Peyretti, giornalista e scrittore, che ha proposto una riflessione molto articolata sul tema “La promozione della Pace: pensare globalmente, agire localmente”: «Una considerazione ormai piuttosto condivisa è che la pace non equivalga semplicemente all’assenza della guerra – ha iniziato Peyretti – La vera pace è vivere liberi dalla minaccia, dalla paura, dagli stati d’animo che comprimono e sviliscono la vita. La pace è soprattutto una questione di dignità: un uomo che è “lupo” all’altro uomo non è degno dell’idea stessa di umanità». Secondo Peyretti la via maestra attraverso cui si giunge alla pace è la non violenza, concetto non facile da definire: «La violenza è un fattore soprattutto culturale che, nelle nostre società, ci porta spesso ad assumere comportamenti basati sulla prevaricazione oppure a effettuare equazioni sbagliate. Ad esempio spesso si equipara la forza alla violenza. Ma non è così: la forza può diventare strumento di violenza, ma la stessa forza può essere una molla formidabile per costruire processi di pace. D’altro canto il Papa ha più volte ripetuto che ci vuole più coraggio a fare la pace che a fare la pace. Io aggiungo che ci vuole coraggio e intelligenza…».
Il prossimo appuntamento dell’itinerario è fissato per sabato 7 febbraio alle 9,30: Sergio Sorgi, esperto di questioni sociali, parlerà sul tema “La promozione della partecipazione sociale e della cittadinanza attiva”.