Abbruciamento delle stoppie: Vercelli e la Regione per il divieto assoluto

Passa la delibera in consiglio comunale del capoluogo e la commissione regionale recepisce una proposta simile della Provincia

«Grande Vittoria, dopo anni di impegno costante, finalmente in Consiglio Comunale ieri sera è stata votata la mia proposta di delibera che va a modificare il regolamento di polizia municipale, approvando definitivamente che “l’abbruciamento di stoppie, ramaglie e di ogni altro residuo di natura vegetale è vietato su tutto il territorio comunale”, inoltre sono state aumentate le sanzioni amministrative». Così il consigliere comunale di Vercelli, Adriano Brusco, ha dato la notizia della decisione assunta dall’assemblea cittadina del capoluogo su una materia da sempre molto dibattuta: «Con questo Vercelli è il primo comune della Regione Piemonte che recepisce in modo strutturale, le prescrizioni di divieto di abbruciamento, che sono indicate nelle norme sulla qualità dell’aria».

Sulla stessa materia anche la Regione che ha accolto le richieste presentate dalla Provincia di Vercelli in ordine all’abbruciamento delle stoppie: «Sono molto soddisfatto che la nostra proposta di divieto assoluto di bruciare le stoppie del riso sia stata accolta, seppur dopo due anni di lettere e richieste e solo dopo una procedura d’infrazione europea» – dice il presidente Carlo Riva Vercellotti alla notizia dell’accoglimento, da parte della I commissione consiliare regionale, delle nuove sollecitazioni presentate in occasione del Consiglio delle Autonomie Locali dello scorso febbraio prima e ancora la scorsa settimana. 
«È incredibile – prosegue il Presidente – quanta fatica, in completa solitudine, abbiamo dovuto fare perché passasse il concetto che la salute delle persone deve avere la precedenza su tutto. 
Nel frattempo restiamo vigili. Ci sono zone d’ombra, che proveremo a capire ed approfondire nelle prossime settimane, che vanno dalle deroghe per i terreni asfittici, alle sanzioni che devono essere chiare e pesanti per chi sgarra. È di tutta evidenza, infatti, l’effetto scarso se non nullo di sanzioni troppo basse».