Caritas eusebiana e Meic-Pax Christi avviano una raccolta fondi per aiutare il popolo ucraino

Aderendo all’invito accorato dell’arcivescovo mons. Marco Arnolfo, la Caritas eusebiana e il gruppo Meic – Pax Christi, Punto Pace di Vercelli, invitano la comunità vercellese a donare fondi per aiutare la popolazione ucraina colpita dalla guerra.

«Ogni conflitto – spiegano il direttore Caritas Gianni Brunoro e il responsabile del gruppo Meic – Pax Christi Tommaso Di Lauro – porta con sé morte e distruzione, provoca sofferenza alle popolazioni, minaccia la convivenza tra le nazioni. Come fedeli di una Chiesa “ministra di non violenza”, facciamo dunque appello alla coscienza dei fedeli, dei cittadini e di quanti hanno responsabilità politiche, perché si fermi subito il conflitto, venga ripresa immediatamente la via del dialogo e si raccolgano fondi per sopperire alle urgenti necessità dei profughi. Caritas Italiana è in grado di rapportarsi e sostenere le organizzazioni caritatevoli presenti sia in Ucraina che nei paesi confinanti. L’invito è dunque quello di donare a: Caritas Italiana (Via Aurelia 796 – 00165 Roma) Conto corrente postale n.347013, (causale: “Europa/emergenza Ucraina”); Donazione on line – www.caritas.it/home_page_archivio/come_contribuire/00003068_Donazioni_online.html; Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT24 C050 1803 2000 0001 3331 111; Banca Intesa Sanpaolo, Fil. Accentrata Ter S, Roma – Iban: IT66 W030 6909 6061 0000 0012 474; Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013; UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119.

Oppure: Arcidiocesi di Vercelli-Caritas eusebiana – IT52 V030 6909 6061 0000 0131576 (Banca Intesa Sanpaolo), per sostenere e accogliere i primi rifugiati arrivati dall’Ucraina, che in queste ore stanno già bussando alle porte della Caritas di Vercelli. L’aiuto alle sorelle e ai fratelli ucraini è importante. Tanti si trovano qui da noi e molto spesso sono impegnati in servizi di cura ai nostri anziani e nelle nostre famiglie».