Cittadini e associazioni ambientaliste ricorrono al Capo dello Stato per bloccare l’impianto per la produzione di pallet
Un gruppo di cittadini vercellesi, insieme alle associazioni ambientaliste Legambiente e Pro Natura del Vercellese, ha depositato nei giorni scorsi un ricorso straordinario al Capo dello Stato per chiedere l’annullamento dell’autorizzazione, recentemente concessa dalla Provincia di Vercelli, alla realizzazione di un impianto per la produzione di pallet nella zona industriale della città.
Tale impianto, infatti, convoglierebbe su Vercelli ogni anno circa 110 mila tonnellate di rifiuti legnosi provenienti da quasi tutto il nord Italia: anche da Liguria, Emilia e Toscana. Oltre alle emissioni prodotte dalle migliaia di camion in entrata e in uscita da Vercelli (e al conseguente aumento di traffico pesante), a preoccupare sono le emissioni gassose inquinanti – anche odorigene – che l’impianto produrrebbe. La sezione Isde-Medici per l’ambiente di Vercelli ha fornito una relazione in cui sottolinea che “l’insediamento andrebbe ad inserirsi in una zona, quella a sud del capoluogo, dove alcuni studi condotti negli anni scorsi a partire da quelli di Arpa hanno messo in luce dati preoccupanti dal punto di vista tumorale e di altre patologie”. In un’area che il Comune stesso definisce “compromessa”, gli effetti sull’ambiente e sulla salute che verrebbero provocati dall’entrata in funzione dell’impianto si sommerebbero a quelli determinati dagli impianti già esistenti.
«Anziché pensare a fornire migliori servizi ai vercellesi – dichiarano gli ambientalisti – Asm investe capitali anche pubblici in un impianto di trattamento di rifiuti che non è al servizio dei cittadini di Vercelli, bensì al servizio dell’altro socio Iren, che intende portare qui rifiuti raccolti dalle proprie consociate in mezza Italia, aggiungendo ulteriore inquinamento in un’area e in una città che già soffrono per la pessima qualità dell’aria, con conseguenze anche sulla salute». «E’ un ben strano modo – aggiungono – di intendere l’economia circolare: con l’entrata in funzione di questo impianto si farebbero soltanto circolare su strade e autostrade, da e per Vercelli, migliaia di camion carichi di rifiuti provenienti da fuori regione, per venire a inquinare qui».
Al ricorso sono inoltre state allegate le osservazioni formulate nel 2020 dal Comitato formatosi in città contro la realizzazione dell’impianto, quelle di sei consiglieri comunali di Vercelli e quelle dei Comuni di Asigliano, Desana e Lignana. I ricorrenti sottolineano inoltre il doppio ruolo del Comune di Vercelli, che è azionista (al 40%) di Asm, ne esprime il presidente e due consiglieri d’amministrazione e incassa gli utili ma che, allo stesso tempo, ha partecipato alla conferenza dei servizi che ha autorizzato il progetto e – oltretutto – avrebbe assunto alcuni provvedimenti urbanistici e immobiliari volti a favorirne l’insediamento. Comune di Vercelli che, pressoché contemporaneamente, sulla base delle medesime ragioni addotte dai ricorrenti (ma taciute nella conferenza dei servizi sul progetto Asm) ha chiesto ed ottenuto di bocciare il progetto di un altro impianto di trattamento di rifiuti – quello presentato dalla società Enerver-Polioli – proposto sempre nell’area industriale della città, perché “non risulta ambientalmente sostenibile il trasporto di rifiuti verso impianti di trattamento situati a centinaia di chilometri di distanza rispetto al luogo di produzione”.
Il ricorso, redatto dagli avv. Tiragallo e Olivieri dello Studio legale Crucioli di Genova, è appoggiato dai consiglieri Michelangelo Catricalà e Sean Sacco del Movimento Cinque Stelle (che ha sostenuto le spese legali per la redazione e presentazione del ricorso), che dichiarano: «Avevamo promesso che non ci saremmo arresi sulla decisione presa dalla conferenza dei servizi e sul parere favorevole del Comune, nonostante le perplessità sollevate e da Arpa e dei Comuni limitrofi, e così è stato. La situazione ambientale di Vercelli e del Vercellese presenta numerosi problemi: prima di prendere decisioni sull’insediamento di nuove attività inquinanti sono necessari studi epidemiologici approfonditi». Aggiunge Catricalà: «Avevo proposto a dicembre, con una mozione votata all’unanimità dal Consiglio comunale, di attivarsi in tempi brevi per approfondire gli studi precedentemente prodotti da Arpa e da Osav, ma a distanza di sei mesi ancora nulla». «Ci tengo anche a sottolineare l’importante supporto della Consigliera Renata Torazzo capogruppo dei Siamo Vercelli» conclude Catricalà.
Nei prossimi fine settimana i ricorrenti saranno in piazza Cavour con un tavolino per parlarne con i vercellesi e fornir loro ulteriori delucidazioni.