Coldiretti: «A un mese dal primo caso di peste suina mancano indicazioni chiare. Occore ridurre la popolazione di chinghiali»
E’ passato oltre un mese dal primo caso di Peste Suina Africana accertato in Piemonte e mancano ancora risposte ed indicazioni chiare dalla Regione e dal Governo. E’ quanto afferma Coldiretti Piemonte in occasione del blitz degli agricoltori esasperati, provenienti da tutta la Regione, in piazza Vittorio Veneto, a Torino, presso il mercato di Campagna Amica per dire “Stop alle speculazioni”.
“Nonostante non ci siano casi di Peste Suina tra i maiali allevati, ma l’infezione sia stata accertata solo nei cinghiali, abbiamo già denunciato casi di macelli che hanno deciso di non ritirare, in via cautelativa, i suini provenienti dal Piemonte – rimarcano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. Azioni strumentali che stanno danneggiando il lavoro e la professionalità dei nostri allevatori che con il loro impegno quotidiano contribuiscono in maniera determinante, con oltre 1,3 milioni di suini allevati, allo sviluppo delle filiere Dop. Serve un’azione forte per colpire l’agroindustria che sta speculando in un momento in cui le nostre imprese stanno già facendo fronte ai rincari delle materie prime e dell’energia, oltre ad un chiarimento rispetto alle risorse stanziate, sia a livello governativo sia regionale, che servono quanto prima per far fronte alle prescrizioni delle Asl per tutelarsi dalla Peste Suina Africana e ai danni economici provocati dalla macellazione dei capi, ma anche per sostenere le aziende nel periodo in cui non potranno rinnovare il proprio allevamento”.
Spostando l’attenzione sul lato cinghiali non sono ancora state prese effettive misure di contenimento. Per questo Moncalvo e Rivarossa proseguono: “Va ufficialmente nominato il commissario per l’emergenza, identificato già nella persona del direttore dell’Istituto sperimentale Zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, Angelo Ferrari, al fine di attuare più rapidamente tutta una serie di misure, tra cui mettere in atto specifiche misure in materia di biosicurezza, e adottare un piano straordinario per gli abbattimenti vista la necessità di un efficace depopolamento dei cinghiali attraverso regole nuove e omogenee in tutta la Regione per arrivare ad abbattere 50 mila cinghiali. Vanno effettuate tutte quelle azioni che abbiamo già specificato da tempo alla Regione: dal potenziare le attività di contenimento con azioni straordinarie notturne, anche nei parchi, mediante i più moderni strumenti tecnologici che consentono di agire in sicurezza e con grande efficacia al riconoscere la possibilità a tutti i proprietari, conduttori di fondi e tutor, abilitati attraverso i corsi già svolti, di installare, anche nelle aree parco, gabbie per la cattura degli animali fino a rendere indispensabile il controllo sanitario di tutti i capi abbattuti, così da tutelare la salute pubblica e creare le condizioni che garantiscano continuità agli allevamenti domestici presenti a livello territoriale, sanzionando pesantemente chi lo evadesse”.