Coldiretti fa la conta dei danni alle colture nel Vercellese e nel Biellese dopo l’ennesima ondata di maltempo

Altra tempesta e altri danni per il territorio. Dopo il nubifragio del 7 luglio per cui la Regione ha chiesto lo stato di calamità, sabato 24 luglio, il maltempo è tornato a colpire: un’ondata di grandine e vento si è infatti abbattuta sia sul Vercellese che sul Biellese.
Per quanto riguarda la provincia di Biella i comuni più colpiti sono stati quelli di Vigliano, Cossato, Valdengo, Cereto, Quaregna e Candelo: strade allagate, tombini intasati, piante sradicate e tetti scoperchiati. Questi i danni provocati dal forte vento e dalla violentissima grandinata oltre, ovviamente, ad aver completamente devastato le colture del territorio maggiormente interessato dal nubifragio: campi di mais e vigneti che sono stati investiti dalla potentissima precipitazione sono stati distrutti. Tantissimi anche i disagi riscontrati per l’assenza di corrente elettrica e il malfunzionamento delle linee telefoniche.
I danni si contano anche nel Vercellese: a Vercelli il tetto del Pala Bertinetti è stato scoperchiato dal vento, mentre la grandine ha colpito a strisce alcuni campi di mais nelle zone di Santhià e Cigliano. Danni anche nella zona di Gattinara e di Roasio: alcune strutture e parte dei vigneti sono stati investiti dal nubifragio.
«Purtroppo sappiamo che in questa stagione il rischio di tempeste è molto alto – affermano Paolo Dellarole, Presidente Coldiretti Vercelli-Biella, e il Direttore Francesca Toscani – ma in questo momento si stanno ripetendo con una frequenza inusuale e con una potenza raramente vista che provoca danni incalcolabili ai cittadini. Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi. Nonostante questo – concludono – una migliore manutenzione e pulizia dei corsi d’acqua garantirebbe maggiore sicurezza anche durante eventi straordinari come questi», concludono.