Due giovani vercellesi, figli di famiglie “per bene”, si improvvisano rapinatori e finiscono nei guai

La pistola giocattolo utilizzata per le rapine

Domenica 18 aprile verso le 19, in una via periferica di Vercelli, una coppia di persone mentre rincasava a piedi dopo aver partecipato ad una funzione religiosa è stata affrontata da un malvivente con il volto travisato ed armato di pistola che si faceva consegnare la borsa dalla donna ed il portafogli del marito. Il rapinatore fuggiva a piedi verso il centro storico mentre le vittime chiedevano aiuto a gran voce tant’è che venivano soccorse da alcuni passanti che cercavano di porsi all’inseguimento del fuggiasco. Uno di questi, dopo aver allertato il 112, riusciva, dopo alcune centinaia di metri, a rintracciare il rapinatore armato, che nel frattempo era stato raggiunto da un complice. I due però, vistisi braccati, decidevano di consegnargli la borsa, forse sperando nell’impunità, che veniva recuperata e restituita alla vittima, trattenendo, però, il portafogli del marito che custodiva oltre a dei documenti, la somma di 350 euro.  Grazie alla testimonianza di questo cittadino i carabinieri del Nucleo Investigativo hanno svolto delle mirate indagini nei pressi del luogo ove il rapinatore ed il suo complice erano stati visti per l’ultima volta, riuscendo, dopo alcuni giorni, a raccogliere delle immagini di alcune persone che per caratteristiche fisiche potevano assomigliare a quelle descritte e grazie alle quali si riusciva ad identificarne uno.  Dopo alcuni giorni di servizi di osservazione, avuta la certezza che in casa il giovane fosse presente,  veniva eseguita una perquisizione locale e  nel garage si rinveniva una pistola giocattolo tipo soft air priva di tappo rosso nonché uno zainetto contenente gli indumenti utilizzati per commettere il crimine ed infine il portafogli della vittima all’interno del quale, peraltro, era stata asportata solo una banconota da 50 euro, poiché il giovane rapinatore non si era accorto della presenza delle altre banconote che erano celate in diversi piccoli scomparti.  In quel contesto gli investigatori riuscivano anche ad identificare il complice che gli aveva fornito alcuni capi di abbigliamento, indossati per commettere la rapina e lo aveva altresì aiutato a sottrarsi alle ricerche delle pattuglie dei carabinieri che erano giunte nell’immediatezza sul posto del delitto. Si tratta di un altro ragazzo, coetaneo, entrambi di famiglie “per bene” di Vercelli che in passato non avevano mai avuto alcun problema con la giustizia. In caserma gli investigatori, visto il modus operandi, accertavano che i due erano stati complici anche di un altro simile delitto, commesso sabato 10 aprile verso le ore 18.30, in un negozio di articoli per la casa posto nel centro storico di Vercelli e gestito da cittadini cinesi, che erano stati minacciati da un rapinatore travisato che si era impossessato del contenuto del registratore di cassa (500 euro), per poi fuggire a piedi, nella medesima direzione ove poi sono stati rintracciati la seconda volta. La coppia, vittima della seconda rapina, ha voluto ringraziare calorosamente i carabinieri del Nucleo Investigativo di Vercelli per l’epilogo positivo della vicenda e ha altresì espresso il desiderio di poter incontrare anche il cittadino “modello” che si è prodigato per recuperare la borsa e fornire elementi fondamentali agli investigatori per poter indirizzare nel verso giusto le indagini. Cosa abbia spinto i due ragazzi a commettere le due rapine non è ancora stato accertato ma sicuramente è encomiabile il comportamento della persona che li ha inseguiti ed ha fornito un contributo importante per identificarli.