I ristoratori scendono in piazza. Saggia (Fipe Vercelli): «Ci sentiamo abbandonati. Vogliamo certezza sulle riaperture»

Jose Saggia

Il 13 aprile la Federazione Italiana Pubblici Esercizi scenderà in piazza a Roma, a pochi metri da Montecitorio, per una protesta ordinata quanto decisa. Sarà presente Jose Saggia presidente Fipe provinciale.
Diverse piazze in Italia saranno in collegamento con Roma; Ascom Confcommercio Vercelli ha deciso di organizzare in città un sit-in allargato a tutte le categorie del commercio del turismo e dei servizi colpite dalle restrizioni. Nei prossimi giorni verranno rese note le informazioni relative alla manifestazione.
«Sono pronto a portare la voce di tutto il Commercio della provincia e dei Colleghi siano essi Ristoratori, Pizzaioli o Baristi – dice Saggia – E’ giunto il momento di portare a Roma tutta la frustrazione che abbiamo dentro. Abbiamo bisogno del nostro lavoro principalmente perché è la nostra vita e perché siamo stati abbandonati dai nostri rappresentanti in Parlamento, che con ristori ridicoli offendono la nostra dignità di lavoratori e cittadini italiani».
Il Presidente FIPE nazionale Stoppani: «Il combinato di incertezza e mancanza di prospettive fa male quasi più delle chiusure. La situazione è complessa, ma senza prospettive certe e credibili si finisce nel caos».
Il prossimo 13 aprile è stata convocata in piazza a Roma l’Assemblea Straordinaria della Federazione per chiedere direttamente al governo, e alla politica in generale, un impegno preciso: una data della ripartenza e un piano per farlo in sicurezza. Sarà una forma di protesta ordinata e costruttiva, coerente con lo stile di una Federazione che ha sempre cercato un confronto con le istituzioni, rifuggendo populismi, polemiche e strumentalizzazioni e che oggi vuole dare un altro segnale forte.
«Da mesi FIPE diffonde incessantemente la voce e i bisogni delle imprese del settore sui media, presso le istituzioni e sui territori – spiega il Presidente Lino Enrico Stoppani-. Sentiamo però la responsabilità di dare un segnale forte e pubblico davanti all’ultimo decreto del Governo che rinvia nuovamente la riapertura dei ristoranti e dei bar ad eventuali decisioni del consiglio dei ministri. Non si può continuare a lanciare la palla in avanti, perché le imprese non sono in un campo di gioco, ma in una palude, dove sprofondano ogni giorno di più, mentre gli indennizzi non bastano certamente a risollevarle. L’incertezza ha ormai un peso economico e psicologico insostenibile per
decine di migliaia di imprese serie che hanno bisogno di programmare per tempo la loro attività. Possiamo riaprire ed assumerci l’impegno di farlo in sicurezza, tra distanziamenti e rafforzamento dei protocolli. Viceversa, senza prospettive certe e credibili e lo sforzo di costruire insieme una soluzione, si finisce nel caos».