Il rapporto AlmaLaurea conferma gli ottimi risultati dell’Upo: studenti soddisfatti e positivo impatto occupazionale

Il Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea ha presentato, venerdì 18 giugno, in streaming, il XXIII Rapporto sul Profilo e sulla Condizione occupazionale dei laureati italiani; le due indagini hanno coinvolto 76 università aderenti al Consorzio. Il Rapporto di AlmaLaurea sul Profilo dei laureati ha analizzato le performance formative di 291 mila laureati nel 2020: in particolare, 165 mila laureati di primo livello, 89 mila dei percorsi magistrali biennali e 36 mila a ciclo unico; il Rapporto di AlmaLaurea sulla Condizione occupazionale dei laureati ha analizzato 655 mila laureati di primo e secondo livello nel 2019, 2017 e 2015 contattati, rispettivamente, a uno, tre e cinque anni dal conseguimento del titolo.

I laureati UPO nel 2020 coinvolti nell’indagine sono 2.126. I dati rilevati dal Consorzio confermano le performance positive registrate negli ultimi anni: l’età media alla laurea è 25,6 anni, appena inferiore alla media nazionale di 25,8. Il 64,1% (media italiana 58,4%) dei laureati termina l’università in corso: in particolare è il 62,1% tra i triennali (contro il 57,7%) e l’80,5% tra i magistrali biennali (contro il 64,3%). Il voto medio di laurea è 101,3 su 110, inferiore alla media nazionale del 103,2. Il 73,0% dei laureati ha svolto tirocini riconosciuti dal proprio corso di studi e anche questo è un dato nettamente superiore alla media nazionale del 57,6%; dato confermato osservando sia i dati dei laureati di primo livello (74,9% contro il 57,3%) sia dei magistrali (66,7% contro il 61,7%), sia tra i laureati magistrali a ciclo unico (73,5% contro il 50,2%).

Per analizzare la soddisfazione per l’esperienza universitaria appena conclusa si è scelto di prendere in considerazione l’opinione espressa dal complesso dei laureati in merito ad alcuni aspetti. Il 92,0% dei laureati è soddisfatto del rapporto con il corpo docente e l’87,6% ritiene il carico di studio adeguato alla durata del corso. In merito alle infrastrutture messe a disposizione dall’Ateneo, l’87,1% dei laureati che le ha utilizzate considera le aule adeguate. Più in generale, il 93,7% dei laureati si dichiara soddisfatto dell’esperienza universitaria nel suo complesso.

E quanti si iscriverebbero di nuovo all’Università? Il 72,3% dei laureati sceglierebbe nuovamente lo stesso corso e lo stesso Ateneo, mentre il 5% si riscriverebbe allo stesso Ateneo, ma cambiando corso.

La Condizione occupazionale

L’Indagine sulla Condizione occupazionale ha riguardato complessivamente 3.471 laureati UPO. I dati si concentrano sull’analisi delle performance dei laureati di primo e di secondo livello usciti nel 2019 e intervistati a un anno dal titolo e su quelle dei laureati di secondo livello usciti nel 2015 e intervistati dopo cinque anni. Per quanto riguarda i laureati triennali contattati a un anno dal conseguimento del titolo, il 54,2% decide di proseguire il percorso formativo con un corso di secondo livello. Indagando la quota rimanente (45,4%), il tasso di occupazione è dell’83,5% a fronte di una media nazionale del 69,2%, la retribuzione media è di 1.433 Euro (rispetto alla media nazionale di 1.270 Euro) e il 78,5 % valuta efficace o molto efficace il titolo conseguito (contro il 62,8%). Tra i laureati di secondo livello del 2019 intervistati a un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione è pari al 75,4% (media italiana 68,1%), la retribuzione media è di 1.489 Euro (media nazionale 1.364 Euro), il lavoro part-time coinvolge il 18,6% dei laureati (contro il 20,7%), la laurea è giudicata efficace o molto efficace dal 66,8% (contro il 66%).

Non cambia di molto la fotografia dei laureati di secondo livello del 2015, intervistati a 5 anni dal conseguimento del titolo. Il tasso di occupazione è pari al 91,6% (media italiana 87,7%), la retribuzione media è di 1.552 Euro (media nazionale 1.556 Euro), il lavoro part-time coinvolge il 7,2% dei laureati (contro il 10,9%), la laurea è giudicata efficace o molto efficace dal 70,4% (contro il 68,5%).