La Guardia di finanza di Vercelli scopre 11 lavoratori in nero nel solo mese di febbraio

Dall’inizio di febbraio, sono stati undici i dipendenti che, senza un regolare contratto d’assunzione, sono stati sorpresi sul posto di lavoro dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Vercelli, impegnati in una mirata attività di servizio nel settore del contrasto al sommerso da lavoro volta tutelare gli operatori corretti dalla concorrenza sleale esercitata dalle imprese che non rispettano le regole e salvaguardare i lavoratori da ogni forma di possibile sfruttamento. 

Nel mese appena trascorso, le Fiamme Gialle del Gruppo di Vercelli e della Tenenza di Borgosesia (VC) hanno concluso, complessivamente 9 interventi nei confronti di esercizi commerciali del capoluogo e della provincia, tutti preceduti da specifici approfondimenti info-investigativi durante i servizi di controllo economico del territorio e di “117” e corroborati dalle risultanze delle molteplici banche dati consultabili nella Dorsale Informatica dei Reparti: in questo modo, le attività “sul campo” hanno consentito di sorprendere 11 dipendenti “in nero” e numerosi altri retribuiti irregolarmente in contanti

In particolare, i controlli fiscali conclusi con la constatazione di irregolarità hanno riguardato una struttura sportiva, al cui interno era in funzione un “punto di ristoro” con 4 addetti intenti a prestare la propria opera “in nero”. 

In un ristorante etnico sono stati – invece – sorpresi 7 camerieri senza che il loro rapporto di dipendenza fosse stato preventivamente denunciato dal datore di lavoro al centro per l’impiego e, tra loro, anche 4 che percepivano, in media, il 40% della retribuzione in denaro contante anziché con mezzi di pagamento tracciabili, come previsto dalle norme.

Nei confronti delle due succitate attività economiche, i militari, oltre all’accertamento della cosiddetta “MAXI-SANZIONE” per le violazioni alla legislazione sociale, hanno inoltrato la comunicazione alla Direzione Territoriale del Lavoro di Vercelli, per l’eventuale sospensione dell’attività imprenditoriale, ai sensi dell’art. 14 del D.lgs. n. 81 del 09.04.2008, avendo impiegato lavoratori in nero nella misura pari o superiore al 10% del personale identificato all’atto dell’accesso. 

Infine, all’esito di un accesso in un altro esercizio di ristorazione, su un totale di n. 25 dipendenti con contratto di lavoro, è emerso che le retribuzioni per 8 maestranze erano corrisposte anche in denaro contante.

Le operazioni di servizio testimoniano il costante presidio della Guardia di Finanza per contrastare, sul territorio, la piaga del sommerso da lavoro che sottrae risorse all’Erario, mina gli interessi e i diritti dei lavoratori e genera una sleale concorrenza ai danni delle imprese che operano nel rispetto della legalità.