Primi risultati di uno studio della Lilt sulle patologie tumorali nei cittadini di Vercelli

Grazie anche alla prevenzione diminuisce la mortalità (nella media regionale, ma comunque superiore a Torino). Sono però in aumento i melanomi cutanei, i linfomi non Hodgkin, quelli del cavo orale e dell’esofago per fumo e alcol, e i tumori tirodei

Circa un anno fa la Lilt (Lega italiana per la lotta contro i tumori) finanziò una borsa di studio al dottor Christian Salerno, collaboratore del professore Lucio A.Palin  dell’Università del Piemonte Orientale, per uno studio epidemiologico delle patologie tumorali nei residenti della città di Vercelli dal 2000 al 2009. Quest’iniziativa venne presentata al Presidente del Consorzio dei Comuni, Massimo Camandona, al Sindaco di Vercelli rappresentato dall’assessore Ketty Politi e ad altri numerosi sindaci del Vercellese.

Questa esigenza nasceva dal fatto che durante le conferenze di informazione svolte dalla Lilt nei vari Comuni della Provincia per illustrare il valore della prevenzione primaria, secondaria e terziaria (stili di vita, anticipazioni diagnostiche, riabilitazione oncologica) la domanda più ricorrente che veniva posta dall’uditorio ai vari relatori verteva sull’inquinamento ambientale (diserbanti, industrie chimiche, nucleare, smog). Venne quindi conferito al giovane borsista l’incarico di cui sopra ponendo due domande fondamentali:

– come si è evoluta la mortalità e la morbosità tumorale a Vercelli dal 2000 ai giorni nostri?

– come il rischio tumorale si distribuisca nel tessuto urbano prima e nel Vercellese poi?

 

Lo studio ha preso in considerazione dapprima la città suddividendola nelle sue circoscrizioni ed all’interno di queste prendendo i nominativi dalle liste elettorali; quindi confrontando queste ultime con i decessi per malattia tumorale si è tracciata una mappa di  eventi patologici nella città. In genere da questi studi epidemiologici e statistici si osserva una continua e lenta riduzione dell’evento neoplasia; inoltre per la nostra regione e per la nostra provincia si rileva una comune diminuzione della mortalità tumorale, in conseguenza di una maggiore prevenzione secondaria e dell’adozione di convenienti stili di vita (alimentazione, attività fisica).

 

Attualmente la mortalità tumorale generale osservata in toto si attesta per Vercelli a circa 22,9 casi ogni 10.000 abitanti, più o meno simile a quella regionale (22,8) ma maggiore di quella di Torino (22). Le patologie in aumento sono i melanomi cutanei causati in particolare da esposizioni prolungate al sole senza protezione (una vera assurdità), i linfomi non Hodgkin tipici dell’età adulta, quelli del cavo orale e dell’esofago per fumo e alcol (in crescita soprattutto nelle donne) ed infine i tumori tiroidei. A questi si aggiungono i “killer” standard: tumori del colon-retto, del polmone, del fegato, dell’utero, dell’ovaio, di vescica e prostata ed infine leucemie.

 

Dalla mappa che così è stata tracciata emergono dati comunque attesi: la maggior distribuzione è in vicinanza delle aree industriali, dato questo che di per sé non ha grande valore perché i casi segnalati e mappati si dovranno studiare in una seconda fase mediante l’analisi degli stili di vita, delle condizioni socio-economiche, del pendolarismo, dei flussi veicolari, della periodicità delle brezze e dell’immigrazione. E’ un lavoro immane che comunque viene affrontato nella seconda fase che la Lilt ha ulteriormente finanziato comprendendo anche i Comuni che circondano in cerchi concentrici la città capoluogo: da Prarolo a Tricerro a sud e da Borgovercelli a Collobiano  a  nord. Al termine verrà eseguita una relazione finale con eventuale atlante cartografico allegato.

 

L’impegno dei ricercatori e della Lilt è di rilievo, ma lo scopo è di avere il maggior numero di dati e di elementi per attuare quanto necessario per garantire un territorio meno a rischio possibile.

 

Dr. Ezio Barasolo

presidente Lilt, sezione provinciale di Vercelli