“Restiamo umani”: «Per i profughi pakistani occorrono soluzioni strutturali»

Un momento dell'iniziativa "Restiamo umani"

«Questa è un’iniziativa pacifica. Non è una manifestazione contro qualcuno, ma un momento di solidarietà per cercare, tutti insieme, di fare qualcosa di più per questi nostri fratelli che meritano un trattamento più dignitoso», così mons. Stefano Bedello, vicario generale della diocesi, durante il momento pubblico dell’iniziativa “Restiamo umani”, ha riassunto lo spirito della proposta lanciata dai volontari che, da ormai 5 anni, si occupano dei profughi (in maggioranza pakistani) costretti a bivaccare in piazza Mazzini a Vercelli in attesa di veder accettata la loro domanda di asilo.

D’altro canto mons. Bedello aveva già anticipato, con l’omelia pronunciata durante la messa che ha preceduto gli interventi dei vali relatori, il senso della giornata organizzata questa domenica, 29 ottobre, e che ha avuto come epicentro la basilica di S. Andrea: «Il brano evangelico che la liturgia ci propone oggi – ha detto dall’altare il vicario – è tutta fondata sulla dinamica dell’amore, verso Dio e verso gli uomini. Gesù, nel corso della sua predicazione, ha mostrato più di una volta l’insofferenza per le regole se queste diventano pretesto per non amare. Se non si accoglie la dinamica dell’amore vi è solo la deriva dell’egoismo».

Conclusa la messa i partecipanti all’iniziativa si sono raccolti sul sagrato dove è toccato a Claudio Fecchio avviare le orazioni ufficiali: «La presenza dei profughi in piazza Mazzini dura da troppo tempo. Non si tratta più di un fenomeno occasionale, ma strutturale e come tale va affrontato da parte di tutti: istituzioni, volontari, associazioni. Dalle interlocuzioni che abbiamo avuto in questi giorni ci pare di capire che qualcosa si stia muovendo finalmente nella giusta direzione».

A Fecchio ha fatto ancora eco mons. Bedello: «Le istituzioni in questi anni hanno fatto molto. Oltre 250 migranti sono stati regolarizzati. Ma noi chiediamo di fare un passo in avanti per togliere questi ragazzi dal freddo, che non è solo quello dell’inverno incombente, ma soprattutto è il freddo dell’indifferenza».

(Sul Corriere eusebiano in edicola da venerdì 3 novembre altre immagini e spunti dall’iniziativa “Restiamo umani”).