Sindaco di Novara e presidente della Provincia condannano fermamente il corteo “no pass” di sabato
Le massime istituzioni novaresi prendono posizione contro la manifestazione “no green pass” di sabato: dopo il duro comunicato della Comunità ebraica di Vercelli, Novara, Biella e Vco che abbiamo riportato ieri, ora arrivano quelli del primo cittadino del capoluogo gaudenziano e del suo collega che guida l’amministrazione provinciale.
Il sindaco di Novara, Alessandro Canelli, dichiara: «Paragonare una posizione ideologica relativa ad un vaccino e ad un green pass alla pagina più tragica della nostra storia e a persone che sono state deportate, umiliate, torturate, annientate psicologicamente e assassinate è a dir poco vergognoso. Esprimere le proprie idee e il proprio pensiero è non solo giusto, ma anche un diritto sancito dalla Costituzione. Quindi nulla da dire sulla possibilità di manifestare il dissenso al Green Pass, ma ci sono limiti che non dovrebbero mai essere superati e soprattutto non attraverso la violenza. Perché di questo si tratta, di violenza psicologica che va condannata con forza esattamente come la violenza fisica. Chi vuole manifestare deve prima di tutto mostrare rispetto per gli altri e per la nostra storia. Tra l’altro nella nostra città il 90% delle persone ha deciso di aderire alla campagna vaccinale a tutela di se stessi e degli altri. Alla manifestazione di sabato c’era una piccola parte di quel 10% mancante che non si è sottoposto al vaccino per svariati motivi. Stiamo parlando di numeri molto bassi ,di poche persone che purtroppo, però, hanno portato nella nostra città una protesta inaccettabile per come è stata messa in scena. I manifestanti non potevano scegliere modo peggiore per esprimere una posizione sulla quale si può o meno essere d’accordo ma che non doveva diventare causa di vergogna e di polemica nella nostra comunità».
Gli fa eco presidente della Provincia di Noavra Federico Binatti: «Un’iniziativa che ha dell’inspiegabile, una scelta irrispettosa e massimamente scorretta che non ha, a mio parere, nessun tipo di giustificazione. Chi ha inscenato questa protesta davvero vergognosa dimostra di non conoscere assolutamente la Storia: nel 2021, in Italia, queste persone sono libere di esprimere il proprio dissenso anche inscenando un corteo delirante, mentre chi è stato deportato e ucciso nei lager non era libero di manifestare la propria opinione o veniva discriminato per questioni di tipo razziale. Paragonare una scelta personale a quelle tragiche situazioni, denota la totale assenza di consapevolezza rispetto a fatti mai dimenticati e che sono tuttora una ferita aperta per il nostro Paese e per il mondo intero. Con questa forma di protesta davvero raccapricciante e dalla quale tutti, Istituzioni e cittadini, in queste ore stanno prendendo le distanze in maniera ferma, queste persone dimostrano solo irresponsabilità e inciviltà e sono lontane anni luce dal principio democratico e costituzionale della libertà di opinione in nome del quale pensano di agire».