Vercelli: ennesimo episodio critico nella casa circondariale. Un agente ferito

Nella giornata dell’8 aprile 2025, presso la Casa Circondariale di Vercelli, si è verificato un grave episodio di protesta da parte di due detenuti – un rumeno ed un uruguaiano – che, intorno alle ore 14:45, si sono rifiutati di rientrare dal cortile passeggio, arrampicandosi sul muro perimetrale dello stesso in segno di dissenso. A dare la notizia è Vicente Santilli, segretario per il Piemonte del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “Le motivazioni alla base del gesto riguardavano, da un lato, l’opposizione a un recente provvedimento di revoca del regime trattamentale intensificato e, dall’altro, una richiesta di trasferimento avanzata per solidarietà. Il personale di Polizia Penitenziaria ha attivato tempestivamente tutte le procedure previste per la gestione dell’evento critico, presidiando l’area e mantenendo un costante tentativo di mediazione con i detenuti. Solo dopo oltre due ore di trattativa i soggetti hanno desistito dalla protesta, rientrando volontariamente nel reparto, accompagnati dagli agenti. La Direzione ha quindi disposto il provvedimento di isolamento cautelare”, prosegue il sindacalista.
“Tuttavia, durante le operazioni di allocamento, i detenuti hanno opposto una forte e reiterata resistenza fisica, rifiutandosi di entrare nelle celle”, spiega ancora Santilli. “In questa fase, uno dei due è stato notato mentre impugnava una lama rudimentale, con gravissimo potenziale offensivo. Il personale, dopo essere stato fatto temporaneamente uscire dal reparto per essere equipaggiato con dispositivi di protezione passiva, è rientrato per procedere all’allocazione. Solo dopo circa quindici minuti di energica azione contenitiva, e in un clima di forte tensione, è stato possibile riportare la situazione sotto controllo. Le operazioni complessive si sono protratte fino alle ore 21:00, con oltre sei ore di gestione ininterrotta dell’evento critico. Nel corso dell’intervento un Agente Scelto ha riportato lesioni con prognosi di cinque giorni, mentre i detenuti sono stati visitati dal personale sanitario, senza riscontrare problematiche degne di nota”.
Netta la denuncia del SAPPE: “questo ennesimo episodio evidenzia non solo la professionalità, la lucidità e la prontezza operativa del personale di Polizia Penitenziaria, ma anche la necessità improcrastinabile di provvedimenti efficaci nei confronti dei soggetti più facinorosi e violenti, la cui presenza rappresenta una minaccia costante per la sicurezza e l’ordine negli istituti. L’intervento di ieri dimostra ancora una volta quanto sia fondamentale garantire agli operatori adeguate tutele, mezzi e riconoscimenti, a fronte di un servizio che, ogni giorno, richiede competenze elevate, sangue freddo e spirito di sacrificio”.
“Ditemi voi se è normale un Paese nel quale i detenuti, non tutti ovviamente, non si fanno scrupoli di alcun tipo ad aggredire dei poliziotti. Ma ci rendiamo conto?”, si domanda Donato Capece, segretario generale del SAPPE. “A questo senso di impunità, di cui larga parte della frangia violenta della popolazione detenuta è convinta di godere, devono assolutamente corrispondere provvedimenti penali e disciplinari efficaci, anche prevedendo di destinare carceri dismesse come l’Asinara e Pianosa per contenere quei ristretti che si rendono protagonisti di gravi eventi critici durante la detenzione”, conclude Capece, che torna a sollecitare “tutele e garanzie funzionali, nuovi strumenti che migliorino il nostro servizio, bodycam e Taser su tutti, nuovi protocolli operativi e soprattutto tutele legali”..
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