Assicurazioni agricole: un “calvario” tra burocrazia e inefficienze
Fino a qualche anno fa esisteva l’assicurazione agevolata contro la grandine. In pratica lo Stato concedeva un contributo agli agricoltori che decidevano di assicurare le loro produzioni, riducendo considerevolmente, all’incirca della metà, il costo della polizza. Il sistema, negli ultimi anni, in seguito a nuove disposizioni comunitarie e a un vero e proprio accanimento burocratico a livello nazionale, si è complicato sempre più, per cui oggi gli agricoltori pagano il 100% del costo della polizza e successivamente l’Agea (l’organismo pagatore degli aiuti comunitari che agisce per conto dello Stato) rimborsa loro una parte del costo della polizza.
I Piani assicurativi nazionali degli ultimi anni hanno inoltre progressivamente elevato il numero delle avversità da assicurare obbligatoriamente, per giungere nel 2015 e 2016, con pacchetti predefiniti, di fatto ad un minimo di quattro avversità (la cosiddetta “polizza B”, che include le garanzie catastrofali gelo/brina, alluvione e siccità in aggiunta alla grandine), o addirittura a cinque (“polizza C” con i tre eventi grandine, vento, eccesso di pioggia e le avversità accessorie colpo di sole e vento caldo). «Ciò – evidenzia Confagricoltura Piemonte in una lettera inviata alla Regione Piemonte dal presidente dell’organizzazione Gian Paolo Coscia – ha determinato un aumento dei costi assicurativi per le imprese agricole: +44% delle tariffe di premio agevolato per l’uva da vino nel periodo 2012-2015 e +20% per le altre colture nello stesso periodo. Anche la spesa pubblica è conseguentemente aumentata (+66% per l’uva da vino, +62% per le altre colture nel periodo 2012-2014), aumento peraltro non accompagnato da pari incremento della dotazione finanziaria, con l’inevitabile effetto di determinare forti ritardi nel pagamento dei contributi agli agricoltori a partire dal 2013». Ma non basta: per il 2015, il decreto “semplificazioni” (DM 162 del 12/01/2015) stabiliva al 31 dicembre il termine di pagamento dei contributi, a tutt’oggi però non sono ancora noti i reali tempi di pagamento. Confagricoltura ha chiesto alla Regione Piemonte di attivarsi nei confronti del Ministero delle Politiche agricole per porre rimedio a questa situazione che si sta facendo insostenibile. «I ritardi nei pagamenti – denuncia Confagricoltura Piemonte – accompagnati da sempre più complessi adempimenti burocratici hanno fatto crescere la sfiducia sull’effettiva erogazione degli aiuti, determinando l’indisponibilità di molti agricoltori a far ricorso all’assicurazione agevolata, preferendo optare per polizze grandine a mercato libero e assicurando in genere solo la parte ritenuta più a rischio delle produzioni».
Sulla base delle rilevazioni effettuate da Confagricoltura Piemonte, nel 2015 e anche quest’anno, si è registrato un inevitabile calo delle produzioni assicurate a prezzo agevolato, ancora più marcato nelle aree a minor rischio climatico. Per Confagricoltura occorre dunque puntare a una maggiore liberalizzazione del settore assicurativo agevolato, eliminando i pacchetti di garanzie predefinite, con la conseguente possibilità di assicurare una o più avversità a scelta dell’agricoltore, sulla base delle sue effettive esigenze aziendali. Occorre inoltre prolungare il più possibile i termini entro cui stipulare le polizze agevolate, consentendone la stipula per le colture a ciclo autunno-primaverile dal 15 settembre di ogni anno ed eliminando i termini di fine campagna differenziati per gruppi di prodotti in favore di un unico termine finale il 15 luglio, come di fatto avvenuto nel 2016 in forza di successive proroghe.