Cerutti: accordo sugli esuberi. La produzione solo a Casale con 130 lavoratori

Dopo il drammatico annuncio di venerdì scorso quando la proprietà ha annunciato la chiusura dell’impianto Cerutti di Vercelli si è avviata una serrata trattativa che si è concentrata tra lunedì e mercoledì coinvolgento i vertici Gruppo Cerutti, i rappresentanti dei lavoratori (sindacati di categoria e Rsu) in stretto raccordo con i commissari chiamati a ratificare o meno l’eventuale accordo. La bozza di intesa è stata raggiunta nella tarda serata di mercoledì ed è stata presentata ai lavoratori della Cerutti giovedì nel corso di due assemblee: in prima mattinata nello stabilimento di Vercelli e successivamente a Casale Monferrato. L’intesa, essenziale per evitare l’avvio della procedura fallimentare, è stata alla fine approvata dalle maestranze.

Ma cosa dice il documento firmato mercoledì da sindacati e azienda? Lo ha spiegato ai lavoratori il segretario provinciale della Fiom Cgil, Ivan Terranova, non nascondendo che si tratta «dell’accordo più complicato che mi è toccato di approntare in tanti anni di attività sindacale».

In estrema sintesi i termini dell’intesa prevedono il trasferimento alla già citata newco della parte produttiva residua dell’azienda che verrebbe concentrata a Casale Monferrato con una dotazione iniziale di 130 lavoratori (due dei quali tuttavia sono in attesa di pensionamento imminente), per i restanti 160 c’è la cassa integrazione fino al 31 dicembre con la prospettiva di un’estensione degli ammortizzatori fino a luglio. Poi, per loro, verrà avviata la procedura di licenziamento collettivo con un incentivo di 15mila euro lordi per chi accetterà la fuoriuscita senza vertenze. Per i 130 lavoratori riassorbiti dalla newco viene garantito il mantenimento dei livelli salariali attuali. La nuova società avrà “in pancia” 10 commesse già in via di lavorazione e un piano triennale che prevede il passaggio a 13 commesse nel 2021 e a 15 l’anno successivo. Nel frattempo la newco verrà messa sul mercato ed è possibile che, nella nuova configurazione, la ormai ex Cerutti sia più appetibile e quindi incontri l’interesse di investitori. Se le cose dovessero andare nel verso auspicato dai commissari, ma anche dei sindacati e della stessa famiglia Cerutti, e quindi la produzione di macchine a stampa dovesse lievitare richiedendo nuove assunzioni, l’accordo prevede che l’azienda attinga alla lista dei lavoratori attualmente in esubero. Resta anche uno spiraglio per un eventuale riutilizzo almeno parziale dell’impianto di Vercelli.

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