Import di riso dalla Cambogia: soddisfazione di Confagricoltura per il ricorso del Governo alla commissione europea

Con questa iniziativa l’Italia punta ad ottenere il ripristino immediato del dazio ordinario di 175 euro su ogni tonnellata di riso lavorato importato dalla Cambogia, per un periodo di 12 mesi, in attesa che la DG Commercio della Commissione Europea si pronunci definitivamente sulla richiesta italiana

E’ arrivato il comunicato ufficiale in cui Confagricoltura esprime grande soddisfazione per la decisione del Governo italiano di inviare alla Commissione Europea la richiesta di applicare all’importazione di riso dalla Cambogia la clausola di salvaguardia prevista dal regolamento (CE) n. 978/2012, che disciplina il trattamento preferenziale accordato dall’UE alle importazioni dai Paesi terzi Meno Avanzati (EBA-Everything But Arms che liberalizza l’import di tutti i prodotti, tranne armi e munizioni appunto, dai PMA). Richiesta che nasce da una specifica denuncia di Confagricoltura e delle altre organizzazioni agricole italiane in sede del Copa-Cogeca.

 

Con questa iniziativa l’Italia punta ad ottenere il ripristino immediato del dazio ordinario di 175 euro su ogni tonnellata di riso lavorato importato dalla Cambogia, per un periodo di 12 mesi, in attesa che la DG Commercio della Commissione Europea si pronunci definitivamente sulla richiesta italiana.

 

Confagricoltura segnala che a Bruxelles è stato trasmesso dal Ministero per lo Sviluppo Economico un corposo dossier – predisposto dall’Ente Nazionale Risi insieme all’associazione dell’industria risiera e alle organizzazioni degli agricoltori – che documenta il calo continuo delle vendite di riso lungo “indica” italiano nel mercato comunitario, a causa della crescita esponenziale dell’importazione di riso cambogiano (+ 49% su base annua nei primi cinque mesi di quest’anno e addirittura +80% nell’ultima campagna – v. tabella). Crescita che è collegata evidentemente all’agevolazione doganale.

 

“Ora – commenta Mario Guidi, presidente di Confagricoltura – ci aspettiamo che altri Paesi dell’UE come la Spagna e la Grecia, dove il riso è economicamente importante, seguano l’esempio dell’Italia. Non c’è, infatti, una regione risicola europea che possa pensare di poter reggere la concorrenza sul prezzo del prodotto cambogiano importato a dazio zero”.

 

“Per questo – conclude Guidi – sento di dover ringraziare il Ministro delle Politiche Agricole Martina e il Vice Ministro dello Sviluppo Economico Calenda per l’attenzione dimostrata al problema. Si registra una crescente tensione tra i risicoltori italiani; alla vigilia della nuova campagna commerciale che partirà purtroppo “col fiato corto” a causa della grande quantità di riso lungo “indica” invenduto nei magazzini”.