Meno acqua dal Lago Maggiore e l’Est Sesia dichiara lo “stato d’emergenza”: «L’agricoltura dovrebbe venire prima del turismo…»

Un tratto del Lago Maggiore

Dopo le piogge di giugno e i temporali frequenti di luglio, la proclamazione da parte del Consorzio Est Sesia dello “stato d’emergenza” ha colto un po’ tutti di sorpresa. Ma l’ente irriguo argomenta la decisione in un lungo comunicato stampa: «L’abbassamento delle temperature di questi giorni ha determinato una pesante contrazione delle portate dalla Dora Baltea, che non potrà essere superata se non entro il fine settimana, quando è previsto di nuovo picco di caldo dell’estate più calda mai registrata in assoluto. La concomitanza della richiesta di diminuire la portata derivata dal lago Maggiore impone il passaggio alla condizione d’emergenza, dal momento che si prevedono riduzioni di circa l’80 %. Ai sensi del Regolamento approvato nell’Assemblea dei Delegati del 4 aprile 2023 è stata quindi oggi dichiarata l’Emergenza e affidata al Regolatore il compito di provvedere a tutte le iniziative idonee a garantire la miglior gestione della scarsa risorsa idrica. 

Secondo le opinioni di tutti gli operatori del settore agricolo, la stagione si è svolta sinora regolarmente e le colture sono arrivate a oggi in condizioni di normale stato vegetativo, contrariamente a ciò che temibilmente sembrava annunciare l’inverno siccitoso, seguito alla peggior stagione meteoirrigua degli ultimi 100 anni, cui faceva altrettanto seguito la pressoché assenza di pioggia nella prima parte della stagione primaverile. 

La possibilità di utilizzare già nel periodo pasquale le acque provenienti dal Lago Maggiore è stata sin dall’inizio fondamentale per garantire la sopravvivenza delle culture vernine, che le Aziende avevano deciso di mettere in campo quale rimedio alla siccità e al temuto ripresentarsi di un’estate siccitosa. Nel mese si è assistito a piogge che hanno rimpinguato i bacini di riferimento del comprensorio consortile, sebbene non si sia mai raggiunta la prevista quota di 1,35 m sullo zero idrometrico preso la diga della Miorina, scaricando le portate e i volumi in eccesso in Ticino verso il Po e l’Adriatico. Le irrigazioni dei vernini hanno poi lasciato il posto alle irrigazioni tradizionali – riso e mais. Quest’ultimo è arrivato a fine ciclo irriguo, tranne per alcuni secondi raccolti, mentre le risaie richiedono ancora un paio di cicli di irrigazione per arrivare a maturazione. In questo contesto si evidenzia l’utilizzo corretto, senza la perdita di una sola goccia, di tutta la portata necessaria sino a oggi, nel tentativo anche di recuperare parzialmente le copiose perdite pro-azienda della scorsa infausta stagione». 

Ma la parte “politicamente” più rilevante del comunicato è quella finale: «Oggi si sta consumando un ennesimo brutto capitolo per l’agricoltura del territorio che produce il 90% del riso nazionale, quello di essere passati all’ultimo posto della catena dei bisogni e delle priorità: dopo il consumo idropotabile, infatti dovrebbe venir l’agricoltura. Invece, con stupore oggi si scopre che il programmato e possibile raggiungimento di quota -0,50m sullo zero idrometrico all’idrometro di Sesto Calende (oggi -0,30m) è impedito dal fatto che non si potrebbe oltrepassare la quota di -0,40m pena la difficoltà per grandi imbarcazioni turistiche di attraccare e navigare per il Lago Maggiore: e quindi, dietro forti pressioni degli imprenditori e dei politici del lago destate dall’approssimarsi delle feste ferragostane e dal timore di ledere gli interessi turistici, è giunta la decisione del Consorzio del Ticino di far togliere 60 mc complessivi dalle dispense irrigue erogate, equamente ripartiti tra le due sponde, con già l’ipotesi di togliere ulteriormente portata qualora la discesa verso il – 40 non fosse sotto controllo. 

Alle numerose richieste di Est Sesia di attendere qualche giorno sulla richiesta di vedersi privare di ben 30 mc/s dall’imbocco del canale Regina Elena (in questo momento di vitale importanza per la riuscita della stagione irrigatoria estiva) il Consorzio del Ticino ha opposto un secco rifiuto, attivando le riduzioni da monte e costringendo Est Sesia a manovre compensative di diminuzione della portata del Canale Regina Elena per non incidere negativamente sulle derivazioni irrigue di sponda sinistra (Naviglio Grande – Est Ticino Villoresi), che avevano già effettuato la diminuzione, esponendo i due Consorzi danneggiati a una inutile guerra fratricida».