Riso: è tempo di raccolta tra le bizze del clima, le incognite della Pac e la ripresa del mercato
La preoccupazione per la futura Pac e la speranza del rinnovo della clausola di salvaguardia. Sono questi i temi caldi dei prossimi mesi del settore risicolo che ora sta vivendo il periodo della raccolta in un’annata che si può definire abbastanza difficoltosa a causa delle problematiche metereologiche che si sono susseguite durante l’anno. Ma c’è il lato positivo della medaglia: quello legato alla partenza del mercato.
A fare il punto della situazione è il presidente di Coldiretti Vercelli-Biella Paolo Dellarole: «Quest’anno, visto l’andamento climatico del mese di luglio e della primavera con grandi sbalzi di temperature, si è partiti con un ritardo di circa 15 giorni. Le grandinate che si sono succedute durante i mesi estivi hanno messo in ginocchio alcune aziende, compromettendo in alcuni casi anche l’80% del raccolto in zone circoscritte. Il luglio freddo ha sviluppato anche alcune malattie funginee: per tutti questi fattori, quindi, la possiamo definire come un’annata abbastanza difficoltosa».
Tutte le aziende hanno iniziato, ma non si è ancora nel cosiddetto pieno del raccolto: «Dalle prime proiezioni si parla di un calo produttivo del 10% – sottolinea Dellarole – Lo sbalzo climatico, per alcune varietà, ha creato problemi come la fessurazione, ossia quel fenomeno che, a causa del caldo troppo intenso, colpisce il chicco di riso facendogli perdere qualità di resa». Quello che però è un aspetto positivo è quello legato ai mercati: «Le richieste sulle varietà sono le solite. L’anno scorso per la chiusura della ristorazione c’era stata una riduzione dei risi tondi, soprattutto quelli dedicati al sushi, ma con le riaperture la domanda è cresciuta gradualmente, tornando ai livelli classici. La campagna scorsa si è conclusa con scorte praticamente pari a zero e quindi la prospettiva è di una partenza dei mercati buona con una domanda adeguata».
L’intero settore è però in allerta per due temi molto caldi: «C’è parecchia preoccupazione per quella che sarà la futura Pac – ammonisce Dellarole – Con i nuovi ecoschemi sembra infatti che non riesca a calarsi un abito perfetto sulla realtà risicola che comunque ha costi elevati per raggiungere questi standard di produzione. La speranza è quindi quella di ottenere qualcosa di specifico per mantenere le superfici coltivate: se questo processo diventasse antieconomico, infatti, assisteremmo anche alla riduzione delle superfici». L’altro fattore che desta apprensione è quello legato alle importazioni: «Sappiamo bene che a gennaio 2022 scadrà la clausola di salvaguardia delle importazioni soggette a dazio zero applicata dalla Comunità europea. Questo ovviamente un po’ spaventa perché potrebbero ripartire le importazioni, ma al momento il rincaro dei noli e dei trasporti marittimi sta frenando gli importatori sull’accesso di prodotti che arrivano al di fuori dell’Unione europea. L’attenzione sul rinnovo della clausola rimarrà comunque molto alta da parte nostra», conclude il presidente.