Truffe alle aziende: due società condannate a pesanti sanzioni

Il provvedimento dell’Autorità garante della concorrenza riguarda due soggetti che esigevano pagamenti non dovuti

Grazie alle segnalazioni di diversi enti, imprese e Camere di Commercio, tra cui la C.C.I.A.A. di Biella e Vercelli, nei primi mesi dell’anno l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha condannato due aziende a pagare una sanzione amministrativa per pratiche commerciali scorrette, in quanto richiedevano pagamenti per servizi che venivano spacciati come procedure obbligatorie.

L’azienda “L MENDONCA BUSINESS DATA S.L.” (o “L M BUSINESS DATA S.L.”) è stata condannata a pagare una sanzione amministrativa pecuniaria di 20.000 euro per pratica commerciale scorretta, oltre al divieto di continuazione della stessa, in quanto contattava via posta molte aziende appena iscritte alle C.C.I.A.A., richiedendo pagamenti per servizi che venivano spacciati come procedure obbligatorie (bollettino AGCM n. 12/2018, scaricabile gratuitamente dal sito www.agcm.it). In particolare, la pratica commerciale consisteva nell’invio di un modulo d’ordine, prestampato con i principali dati dell’azienda destinataria, che riportava, con notevole evidenza grafica, la dicitura “Iscrizione Registro Imprese” e l’invito a effettuare le correzioni in caso di dati errati o omessi e a restituire il modulo firmato via fax. A caratteri grafici decisamente più piccoli veniva indicata l’impresa beneficiaria e la tipologia del contratto a cui si aderiva, ovvero un servizio di pubblicazione dati al costo mensile di € 71 della durata di due anni; dopo la spedizione del fax veniva emessa la fattura relativa ai due anni del servizio per un totale di 1.704 euro. Successivamente alla sottoscrizione, in caso di mancato pagamento da parte dell’impresa, veniva inviato un sollecito e, in un secondo momento, un’altra nota per esigere il pagamento immediato e segnalare che la comunicazione aveva validità come atto di costituzione in mora ad ogni effetto di legge. Il modulo, in virtù delle sue caratteristiche strutturali e testuali, poteva creare confusione e indurre le imprese destinatarie a credere di aver ricevuto una comunicazione istituzionale, relativa all’assolvimento dell’obbligo di iscrizione nel Registro Imprese camerale.

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha condannato, inoltre, l’azienda “Casellario Unico Telematico delle Imprese di Di Stadio Antonio” a pagare una sanzione amministrativa pecuniaria di 100.000 euro (bollettino AGCM n. 9/2018), per non aver ottemperato alla delibera dell’Autorità del gennaio 2017, in cui era stata accertata la scorrettezza della pratica commerciale posta in essere e in cui ne veniva vietata la continuazione, avendo diffuso nuovamente la pratica, successivamente alla notifica del predetto provvedimento.

Veniva richiesto il pagamento di 298,29 euro, tramite bollettino postale precompilato o versamento a mezzo bonifico bancario, per l’iscrizione al portale www.casellariounicotelematicoimprese.com e le comunicazioni presentavano diciture quali “Imprese Settori Commercio Industria Artigianato e Agricoltura” o “Commercio Artigianato Agricoltura Industria”, idonee a fuorviare l’impresa destinataria sull’effettivo mittente e sulla natura del servizio fornito.

In entrambi i casi il pagamento comportava l’iscrizione, a fini pubblicitari, a banche dati/portali e non si riferiva a adempimenti camerali obbligatori.

La Camera di Commercio di Biella e Vercelli prosegue nell’attività di controllo e vigilanza al fine di evitare raggiri ai danni delle imprese e invita chi dovesse ricevere queste comunicazioni a fare molta attenzione e a rivolgersi sempre all’ente camerale di riferimento, alla propria associazione di categoria o al proprio professionista di fiducia, per verificare se si tratta di un vero adempimento obbligatorio o di un’offerta commerciale mascherata come tale.