Arrestati i tre presunti autori della rapina alla “Mondopallets” di Santhià

Operazione dei Carabinieri a distanza di circa due mesi dai fatti accaduti nella ditta di vendita all’ingrosso di bancali in legno. A loro carico pendono gravi indizi di colpevolezza che li hanno condotti in custodia cautelare in carcere

Dopo circa due mesi dalla rapina alla ditta “Mondopallets” di Santhià, operante nella vendita all’ingrosso di bancali in legno, commessa nel pomeriggio del 10 agosto scorso, i Carabinieri del Norm (Nucleo operativo radiomobile) della Compagnia di Vercelli hanno arrestato i tre presunti responsabili. Si tratta di Francesco De Gregorio, 41enne commerciante di San Martino Canavese (To), e i torinesi Valentino Morelli, 43 anni, e Mario D’Alessandro, 44 anni. I tre sono i soggetti sui quali i militari dell’Arma hanno raccolto, nel corso delle indagini svolte sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Vercelli, i gravi indizi di colpevolezza che hanno permesso al Gip del Tribunale di Vercelli di emettere nei loro confronti l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nella quale viene loro contestato il concorso in rapina pluriaggravata e sequestro di persona. Le investigazioni, avviate dalla stazione Carabinieri di Santhià e proseguite dai militari del Norm, si sono indirizzate nei confronti degli indagati grazie ad una serie di elementi convergenti, acquisiti nel concorso di un’articolata e complessa attività investigativa sviluppata con indagini tecniche di p.g. (polizia giudiziaria) e servizi di o.c.p (osservazione controllo pedinamento), che hanno permesso di acquisire un consistente quadro indiziario a loro carico. Dunque, secondo la ricostruzione dei Carabinieri, Francesco De Gregorio, commerciante di pallets ed in rapporti d’affari con il titolare della ditta rapinata, avrebbe agito da ideatore e basista della rapina, fornendo agli esecutori materiali Valentino Morelli e Mario D’Alessandro informazioni precise sui luoghi ove presumibilmente avrebbero trovato le somme di denaro contante. Nel corso della rapina, infatti, prima di rinchiudere in un container l’operaio al momento presente in ditta, gli uomini avevano rovistato invano in alcuni punti specifici del capannone, rivelatisi a posteriori proprio i nascondigli in cui il titolare in passato aveva occultato ingenti somme di danaro, asportando solo una riserva di cassa dell’entità di circa 600 euro e l’autovettura dell’operaio successivamente ritrovata. L’operazione, scattata alle prime ore del mattino con la collaborazione dell’Arma torinese, oltre alla cattura degli indagati, ha permesso il sequestro di due autovetture (un suv Mercedes ML ed un’utilitaria Lancia Y) e di una pistola a tamburo del tipo “a salve”, che si reputano essere state impiegate durante la rapina.