Botta scrive a Cirio: «No alla pista ciclabile al posto della ferrovia Novara-Varallo»

Il presidente della Provincia di Vercelli Eraldo Botta ha scritto al presidente della Regione Piemonte Cirio e all’assessore ai trasporti Gabusi una nota relativa ad un bando regionale che finanzia lo studio per la realizzazione di piste ciclabili in alternativa alle linee ferroviarie in disuso. Nella lettera il Presidente ha richiamato la necessità di ascoltare la voce dei territori e quindi concentrare le risorse economiche su altri progetti, come ad esempio la riapertura al trasporto passeggeri della linea ferroviaria Novara-Varallo.

«Pongo solo ora l’attenzione su una delle linee di intervento rientranti nelle disposizioni di attuazione per l’anno 2020 del Piano regionale della sicurezza stradale (Prss) approvato lo scorso dicembre dalla Giunta regionale. Mi riferisco al finanziamento di indagini preliminari per il recupero del sedime ferroviario in disuso a favore della realizzazione di piste ciclabili o altre forme di mobilità che ha ricevuto una dotazione finanziaria di 30.000 euro da suddividere in tre interventi su tre linee.

Ebbene non vi nascondo di essere rimasto attonito e provo a illustrarvene le ragioni. La questione che pongo è in termini di visione: l’idrogeno sembra sarà un pilastro del Green New Deal europeo e degli investimenti per la ripartenza post-Covid e, proprio nel nostro Piemonte, nello stabilimento Alstom di Savigliano, sono stati progettati e sono in costruzione i primi treni a idrogeno che, nel 2023, inizieranno a circolare sulle tratte gestite da Ferrovie Nord Milano.

Io sono certo che anche la nostra Regione, come la vicina Lombardia, abbia piani ambiziosi e magari pioneristici in questo senso ma iniziative come quella di finanziare 10 mila euro di studi per una pista ciclabile che sostituisca i binari di una ferrovia dismessa insinuano in me il dubbio e non riesco a comprenderle fino in fondo.

Ben vengano, s’intenda, le piste ciclabili, utile ausilio alla sicurezza sulle strade quando realizzate, con le dovute caratteristiche, a lato delle strade ad alto scorrimento. Quando però, a fronte della motivata richiesta che un insieme di territori (vercellese, valsesiano e novarese) lancia in favore della riapertura al trasporto passeggeri di una tratta ferroviaria sospesa (Novara-Varallo) auspicando, perché no, anche la possibile sperimentazione di nuove forme di mobilità, insieme alle legittime valutazioni di sostenibilità economica si muovono percorsi di questo tipo, la risposta che sembra emergere è che anziché concentrare le risorse su un progetto serio e credibile, si preferisca disperderle in interventi all’apparenza poco lungimiranti e difficilmente realizzabili. Sulla possibilità di realizzare questi interventi, vi chiedo, quindi, e concludo, se sono già stati stipulati accordi con Rfi relativamente ai comodati delle linee sospese ovvero se siano già stati emessi i decreti di soppressione, elementi, credo, imprescindibili per l’avvio di un qualsiasi intervento su beni non di proprietà».