I sindacati all’Asl: «No allo scippo di 80 posti letto»

Secondo le organizzazioni di categoria l’atto aziendale peggiora i già restrittivi parametri imposti dalla Regione

«Uno scippo inaccettabile e ingiustificato». Così commentano la decisione di tagliare 80 posti letto nella sanità vercellese, le organizzazioni di categoria di Cgil, Cisl e Uil nonostante il numero attuale di posti letto sia già in linea con il piano di rientro regionale.

«Il 10 e il 16 settembre scorso, la direzione Asl Vercelli ha presentato, a sindacati e operatori, la bozza dell’atto aziendale, con un elenco di strutture complesse e semplici, funzioni ecc. senza definire alcuna specificità, ovvero considerandole mere scatole vuote da riempire».

 

Secondo Cgil, Cisl e Uil alle già preoccupanti disposizioni regionali, si sono aggiunti elementi locali molto discutibili che vengono dettagliatamente rimarcati in un comunicato stampa congiunto: «L’Atto aziendale risulta a oggi privo di un documento tecnico esplicativo che entri nel merito del riordino, e in particolare nei rapporti interaziendali e con l’Università dell’Azienda ospedaliera di Novara. Le sinergie servono a migliorare la qualità dell’assistenza ai cittadini e a governare la spesa, e non possono essere un semplice “patto di non belligeranza” tra Aziende sanitarie e professionisti;

Non è chiaro il crono-programma operativo dell’Atto aziendale. O meglio, sono certi i tempi in cui si ridurranno le strutture e i posti letto, ma restano mere intenzioni i provvedimenti necessari a garantire i livelli di assistenza. La mobilità dei lavoratori e la loro futura assegnazione costituisce un problema preoccupante. Alla contrattazione aziendale spetta la definizione di regole condivise sulla mobilità degli operatori, sulle risorse da utilizzare per il sistema salariale incentivante e i contingenti minimi, ovvero il numero di operatori necessario a garantire servizi adeguati e sicuri;

I posti letto ospedalieri per malati acuti si ridurranno a 333 e anche la sanità privata subirà tagli. L’offerta di servizi deve essere rigidamente rapportata al bisogno di salute e alla conformazione del territorio È condivisibile portare in Valsesia gli interventi di cataratta ma non possiamo permetterci di togliere la cardiologia. Inoltre, il Vercellese non ha una rete 118 adeguatamente strutturata.

Il futuro delle Strutture di Oncologia, Ematologia, Reumatologia, Cure intermedie di Vercelli e Cardiologia di Borgosesia sembra ormai segnato. Si va verso la chiusura, o comunque allo svuotamento dei posti letto. La chiusura di Strutture Semplici importanti e l’istituzione di altre che appaiono ridondanti è una decisione della Direzione Aziendale e non della Regione Piemonte. I laboratori subiranno un riordino attraverso una Struttura trasfusionale ridimensionata. Di contro, non si danno risposte certe su come verranno trattati i pazienti che non potranno svanire o essere ‘riconvertiti’;

La bozza dell’Atto aziendale configura mere ‘scatole’ vuote che, oggi, più che riempirsi si svuotano… di posti letto. Ma se da un lato la Direzione aziendale afferma di dover sottostare ai dettami regionali, dall’altra si moltiplicano in modo incongruente quelle consulenze e quegli incarichi a scavalco – per un’ammontare di circa 70.000 Euro – tanto avversati dalla spending review regionale e nazionale;

Non è data una risposta sanitaria al territorio, in termini di numero di letti di continuità assistenziale a valenza sanitaria. La Regione Piemonte non ha deliberato su Vercelli in questo senso, lasciando una lacune che l’attuale Atto aziendale non fa che confermare. Non sono le buone intenzioni che cureranno i vercellesi;

Rimangono ancora aperte troppe questioni organizzative che impattano sui carichi di lavoro e sulle condizioni lavorative del personale dell’Asl di Vercelli con importanti conseguenze negative su assistenza e prestazioni alla cittadinanza.

Per tutte le ragioni sopra esposte, Cgil, Cisl e Uil dicono No all’ennesimo scippo dell’Asl Vc e convocheranno in tempi brevi assemblee territoriali».