Pietrasanta: «Allunghiamo la “vita” dell’Unione montana valsesiana fino al 2100»

Allungare di 70 anni la durata della convenzione fondante dell’Unione Montana per offrire al territorio una più ampia prospettiva di progettualità: il presidente Francesco Pietrasanta ha chiesto ai Sindaci dei Comuni aderenti all’Unione Montana Valsesia di estendere fino al 2100 la convenzione, che attualmente, come recita l’art. 29 dello Statuto, “ha durata fino al 31.12.2030”
Un atto politico che si inserisce nel nuovo corso che si intende imprimere alle scelte per il territorio, dove l’unità programmatica e la progettualità a lungo termine sono considerati elementi cruciali su cui fondare il futuro della Valsesia: «Per statuto l’Unione Montana ha l’obiettivo di “tutela e promozione della montagna” oltre che di “migliorare le condizioni di vita dei propri cittadini e fornire loro adeguati livelli di servizio” – spiega il Presidente – e per ottenere risultati soddisfacenti è ormai chiaro che occorre una progettualità a lungo termine unita ad una grande unità di intenti».
Francesco Pietrasanta ha dunque rivolto ai colleghi Sindaci valsesiani l’invito ad approvare nei singoli Consigli comunali l’iniziativa per modificare lo statuto (come previsto dall’art. 33 dello Statuto stesso) spostando la durata della convenzione dal 2030 al 2100: «Scegliere di prolungare la convenzione tra i Comuni – aggiunge Pietrasanta – è il segnale necessario per imprimere una vera svolta nell’azione territoriale da parte dell’Unione Montana: un segnale di prospettiva comune per la crescita della Valsesia. Solo agendo tutti insieme, con uno sguardo unitario verso il futuro anche lontano, potremo scongiurare il depauperamento demografico ed economico che minaccia la nostra valle, così come tutte le aree montane».
Dopo l’approvazione nei singoli Consigli Comunali, il Consiglio dell’Unione dovrà a sua volta procedere all’approvazione delle modifiche statutarie “con le maggioranze previste per l’approvazione dello Statuto”: «Ho visto da parte dei colleghi una seria considerazione della necessità di operare questa scelta per il bene del territorio – conclude il Presidente – e mi auguro dunque che quanto prima riusciremo a ratificare questa modifica, in modo da gettare solide basi per una vera e propria “rivoluzione valsesiana”».