Quota dei pedaggi autostradali ai comuni montani: prosegue la battaglia Uncem

Riba: «Un fondo per la manutenzione delle strade nei territori attraversati dalle grandi infrastrutture viarie»

Un tratto dell'autostrada A26
Un fondo ordinario per la manutenzione delle strade primarie e secondarie. Un’altra parte ad alimentare il fondo nazionale montagna.
Sono queste le due direzioni indicate da Uncem per utilizzare una percentuale del gettito dei pedaggi autostradali a vantaggio dei territori montani attraversati dalle grandi direttrici di comunicazione. Il fronte aperto nelle scorse ore da Uncem ha visto una compatta azione trasversale della politica, che il presidente Lido Riba considera positiva in vista di una vertenza con Aiscat e con i concessionari. «La nostra mobilitazione – spiega Riba – finora già condivisa da centinaia di sindaci, ha riscosso particolare interesse e apprezzamento anche da esponenti politici piemontesi. Siamo pronti a un lavoro intenso con chi detiene le concessioni, in vista delle nuove gare. Che dovranno esserci e non potranno tagliare fuori i territori».
Uncem punta su un confronto con i concessionari, anche per disporre di numeri su pedaggi e gettito, mai ufficialmente comunicati e chiariti. I politici piemontesi – in primo luogo Consiglieri regionali e Parlamentari – dovranno fare la loro parte. «I sindaci di Comuni attraversati da reti autostradali – prosegue il presidente Uncem – chiedono di poter avere una parte dei gettiti del pedaggio da investire nella manutenzione delle strade secondarie, senza dover continuamente far leva sui trasferimenti statali e regionali. Una seconda parte del fondo autostrade per i territori a livello nazionale deve alimentare il fondo montagna, come proposto dal presidente Borghi e già scritto in una legge dello Stato. Sono due necessità per evitare che dalle reti e dai pedaggi si arricchiscano sempre gli stessi gruppi societari, scavalcando territori e comunità che non beneficiano mai di quelle opere».