Saitta: «Se la legge di stabilità non cambia a rischio i servizi»

L’assessore : «Al fondo sanitario nazionale il governo ha assegnato un terzo delle risorse previste»

Antonio Saitta

L’assessore regionale alla sanità, Antonio Saitta, venerdì mattina ha partecipato al convegno organizzato dalla Città della Salute di Torino e dalla Fondazione Promozione Sociale sul tema del diritto alle cure e la riorganizzazione delle prestazioni sanitarie e socio-sanitarie relativamente agli anziani non autosufficienti.

“E’ stata l’occasione – ha detto Saitta- per affrontare tematiche nazionali di grande attualità e rilevanza, che potrebbero avere pesanti ricadute sulla nostra sanità regionale. Voglio essere molto chiaro: la legge di stabilità non può essere finanziata dalla sanità attraverso scelte che la penalizzano. Bene ha fatto il Presidente Sergio Chiamparino ad assumere una forte iniziativa.

Se l’aumento del fondo sanitario nazionale passa dai 3 miliardi inizialmente promessi ad un solo miliardo, questo di fatto significa che non vi sarà alcun aumento di risorse, poiché quel miliardo dovrà servire a finanziare i nuovi Lea, il piano vaccini, i farmaci innovativi (epatite e non solo), i rinnovi contrattuali. Pertanto c’è il rischio che tutto ciò si traduca in una riduzione delle risorse del fondo. Per questo il Governo deve cambiare opinione, altrimenti non sarà possibile mantenere gli stessi servizi. Lancio un appello ai Parlamentari piemontesi affinché si adoperino per correggere questa grave scelta e sono certo che realtà come la Fondazione Promozione Sociale non mancheranno di far sentire la loro voce e di incalzare il Governo nazionale e i Parlamentari esattamente come in tante occasioni hanno fatto nei confronti delle scelte della Giunta regionale.”

“Aggiungo, poi- prosegue Saitta– che non condivido per nulla l’idea della de-regionalizzazione della sanità e del neo-centralismo portata avanti dal Ministro Lorenzin, dal momento che la storia ci dimostra come la centralizzazione non sia una soluzione ottimale e in sanità avrebbe come conseguenze quella di far venire meno il rapporto diretto con gli operatori e le comunità locali, rapporto senza il quale un sistema così complesso non si può certo governare e programmare.

Ringrazio Maria Grazia Breda e la Fondazione Promozione Sociale per la qualità degli interventi che hanno caratterizzato il convegno di oggi: molte delle sollecitazioni che ho ascoltato sono già state fatte nostre con la delibera sul potenziamento dell’assistenza territoriale.

La sfida che stiamo affrontando è quella di superare un sistema da troppo tempo incentrato sull’ospedale, un sistema che noi abbiamo l’ambizione di riconvertire per dare forza ai servizi sul territorio. Entro la fine dell’anno i direttori generali dovranno predisporre il piano di assistenza territoriale di distretto e questo ci consentirà di definire con il bilancio di previsione 2016 risorse vincolate per l’assistenza territoriale.

Uscendo entro la fine dell’anno dal piano di rientro dal debito sanitario- ha concluso Saitta– recupereremo un’autonomia che oggi ci è negata e potremo finanziare i cd. extra-Lea con le risorse della sanità. Questo è il nostro obiettivo, e so quanto sia importante per la Fondazione Promozione Sociale e per le realtà che operano nel sociale: e dobbiamo essere consapevoli che se le scelte nazionali non cambieranno il rischio sarà quello di non avere risorse per poter finanziare prestazioni tanto rilevanti per i più deboli e le loro famiglie”.