Sicurezza al tempo del Covid: parla l’arch. Marco Somaglino

L'arch. Marco Somaglino

Sicurezza. Questo vocabolo, in questa emergenza sanitaria, è ormai pronunciato quotidianamente. Sicurezza in casa, nei posti di lavoro, per contenere il diffondersi del Covid-19. Abbiamo chiesto all’architetto Marco Somaglino, presidente dell’Ordine degli Architetti di Vercelli, oggi, alla luce di quanto accaduto che significato assume questa parola. «In questo particolare momento storico ha acquisito un significato ancora più importante – dice l’architetto vercellese – Per tantissimi anni ci siamo sentiti sicuri e abbiamo dato per scontato questo termine sia sul lavoro che nel contesto famigliare e con gli amici. Il primo grosso campanello di allarme è suonato ad inizio del nuovo millennio con l’attentato a New York delle Torri Gemelle. Da quel momento nulla è stato più uguale».  La quotidianità sconvolta: all’epoca da un attentato, oggi da una pandemia. «La presenza del Covid 19 ha cambiato in un istante il nostro modo di vivere. Obbligati a restare chiusi in casa abbiamo capito il grande valore della libertà – dice Marco Somaglino – Il non poter dimostrare affetto ai nostri cari, non poter dare un abbraccio o una semplice stretta di mano ci ha fatto comprendere il valore di questi semplici gesti quotidiani che fino a qualche mese fa ritenevamo scontati».  

Ora, dopo  70 giorni di lockdown, con la Fase 2, si sta cercando di ritornare per certi versi alla normalità: «Non dobbiamo però abbassare la guardia. E’ fondamentale che tutte le persone adottino con senso di responsabilità le tre regole fondamentali: lavarsi le mani frequentemente, mantenere il distanziamento interpersonale di almeno 1 metro e indossare sempre, non solo in luoghi al chiuso, la mascherina protettiva. Se mettiamo in pratica queste tre semplici regole sono certo che vinceremo la battaglia contro questo “malefico” virus».

Oggi perché la parola sicurezza possa avere il suo significato pieno ci sono i protocolli. Che non possono non essere applicati: «Ritengo che i protocolli che il Governo ha previsto in questa “Fase 2”, sebbene molto restrittivi nei luoghi di lavoro, vadano nella direzione giusta in quanto dobbiamo assolutamente evitare di ricadere nel lockdown – conferma il professionista vercellese – Sarebbe un disastro a livello economico per l’Italia intera che difficilmente riusciremmo a superare. E’ importante pertanto che qualunque attività applichi al meglio i protocolli proposti e che vengano adottate tutte le misure igieniche previste nei vari Dpcm, Dgr, Linee Guida Inail.  E’ un senso di responsabilità che tutte le aziende, piccole-medie e grandi, hanno nei confronti dei lavoratori, i quali devono lavorare con serenità in sicurezza ed in ambienti  con misure igieniche appropriate. Vorrei ricordare che, in ambito lavorativo, le misure che ho appena accennato, devono rispettare fra l’altro la normativa di sicurezza sui luoghi di lavoro e principalmente il D.Lgs n°81/2008 “Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro. Tutti i titolari di attività che hanno in organico dei lavoratori dipendenti, devono mettere in atto tutte le misure di sicurezza previste per legge. Tali misure derivano da protocolli  che devono essere redatti a livello formale e validati dal datore di lavoro, previo preliminare coinvolgimento delle figure che normalmente devono essere presenti in un’attività lavorativa che sono il Rspp (Responsabile del servizio di prevenzione e protezione), il medico competente ed il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza».

I protocolli sono necessari, ma non sempre di facile attuazione: «Le misure aggiuntive che tutte le aziende per riaprire hanno dovuto adottare per la prevenzione del rischio da contagio del Covid 19, sono misure di carattere straordinario che sicuramente hanno portato ad un surplus di costi, talvolta notevoli. Tali sovraccosti tuttavia,  stanno incidendo in proporzione in forma maggiore sulle attività medio-piccole in quanto generalmente meno strutturate ed organizzate a livello di sicurezza ed igiene degli ambienti di lavoro. Questi protocolli se sono pensati e analizzati bene dal titolare dell’attività, magari coadiuvato da consulenti che si occupano di sicurezza seri e preparati, diventeranno procedure standard. Mi vorrei soffermare anche su un punto che ritengo molto importante. Vorrei ricordare, soprattutto ai titolari di attività medio-piccole con in organico pochi lavoratori o anche un solo lavoratore dipendente, che al termine di tutto il percorso di attuazione delle misure di prevenzione dal Covid-19 e della redazione dei relativi protocolli, è necessario che il documento principe della sicurezza previsto nel D.Lgs. n.81/2008, il documento di valutazione dei rischi, venga integrato da una specifica “Valutazione sul Rischio biologico da Covid 19». E a chi non mastica troppo questo linguaggio, vanno incontro gli esperti di settore: tra questi i professionisti dell’Ordine degli architetti: «Non sempre la figura professionale dell’architetto è compresa – dice Marco Somaglino – Molte volte il cittadino non sa distinguere la differenza fra la nostra figura tecnico-professionale da quella di altre figure tecniche del settore. Generalmente siamo visti come quei tecnici che si occupano “solo” di arredamento e design. La professione si è evoluta e molti di noi si sono specializzati su una o più tematiche. Gli architetti si occupano, su scale diverse, di progettazione delle città e di urbanistica, di progettazione di nuovi edifici (dalla villetta unifamiliare, al piccolo stabile, ai condomini, ad edifici industriali), di riqualificazione dell’esistente con particolare riguardo, soprattutto in questo periodo, di efficientamento energetico, di restauro fino ad arrivare a tematiche che riguardano il settore della sicurezza sul lavoro e di riflesso anche quella della prevenzione incendi. La politica dell’Ordine degli Architetti di Vercelli, in questi ultimi anni, è quella di un miglioramento dei contatti con le istituzioni territoriali sia della città che in ambito provinciale e soprattutto di un’apertura alla cittadinanza».

A tal proposito l’Ordine degli Architetti di Vercelli si rende disponibile a fornire informazioni di carattere generale nel settore della sicurezza, contattando la segreteria, sia al telefono che via email. Si può anche consultare il sito www.oavc.it. «Inoltre, se ci viene richiesto – conclude l’architetto Somaglino – l’Ordine fornirà un elenco di iscritti, professionalmente abilitati nel settore della sicurezza sul lavoro, al quale attingere per eventuali consulenze puntuali».