“The Chanfrugen” per il sabato sera al Circolino

Il giovane gruppo presenterà il loro ultimo album “Musiche da inseguimento”

 

Anticipato a dicembre dal singolo “La testa di Gorbaciov”, esce l’11 febbraio “Musiche da inseguimento”, il disco d’esordio dei giovanissimi e sorprendenti The Chanfrugen (in foto). Un album ricco di personalità in cui rock’n’roll, psichedelia, funky e blues si rincorrono e si incrociano con un circo di personaggi celebri o presunti tali, da Andreotti a Gorbaciov passando per Osvaldo Paniccia e Lucio Dalla. “Musiche da insegumento” è il disco d’esordio dei giovanissimi savonesi The Chanfrugen. Il disco esce l’11 febbraio 2014 ed è la prima pubblicazione ufficiale per Maia Hive, la nuova creatura di Maia Records nata con lo scopo di dare voce ai giovani talenti della scena alternativa italiana. Il lavoro d’esordio dei The Chanfrugen è un continuo sali e scendi tra rock ‘n’ roll, psichedelia, funky e blues deviando dai propri punti di riferimento senza soluzioni di continuità. La musica si incrocia con la surreale storia Italiana dagli anni ’70 ad oggi, da Andreotti fino ad Osvaldo Paniccia, gettando a volte lo sguardo oltre i confini nazionali fino ad arrivare a Gorbaciov e alla sua testa, unica in tutti i sensi. Le canzoni creano così un elegante ponte tra un circo di personaggi celebri o presunti tali e la mancanza di energia e trigliceridi che si avverte vivendo nel 2014. A livello sonoro suoni vintage preistorici sono fusi a quelli moderni e più eruditi, senza mai perdere un’attitudine live e a tratti quasi improvvisativa.

“Il nome Chanfrughen nasce dalla mente di un geometra, un classico personaggio da paese che ancora prima che suonassimo insieme usava chiamarci così. Quando abbiamo dato il via al nostro progetto ci siamo accorti di quanto il termine ci piacesse e ci rappresentasse, sia per la fonetica che per il suo significato naif – raccontano i The Chanfrugen -. Perché si sa, chi compie gesti strani come suonare il rock n roll è considerato un orpello inutile, una c(h)anfrusaglia: In generale preferiamo che sia la musica a parlare al nostro posto”.