L’Associazione città del riso: “Riaprire l’ambasciata italiana in Egitto”
L’Associazione nazionale delle Città del riso invita il Governo italiano a riprendere al più presto la piena operatività della Ambasciata d’Italia al Cairo, e sensibilizza a questo scopo tutte le associazioni di categoria e gli enti che a qualsiasi titolo rappresentano il mondo della risicoltura italiana, affinchè si uniscano a questa richiesta. Come si sa l’Ambasciata d’Italia è di fatto chiusa per i noti astratti motivi politici legati alla vicenda Regeni. La presenza dell’Ambasciatore Italiano –tutt’ora richiamato a Roma- e la piena operatività della nostra diplomazia in loco è infatti indispensabile per riallacciare relazioni in vista di una opportunità che non deve essere persa dalla nostra risicoltura anche in considerazione delle sue attuali gravi difficoltà. L’Egitto ha infatti dovuto predisporre una tassa sulle proprie coltivazioni agricole che utilizzano molta acqua, come innanzitutto il riso, in previsione del riempimento della Renaissance Dam in Etiopia, cioè della colossale diga sul Nilo Azzurro (tra l’altro costruita dalla italiana Salini-Impregilo) su cui si baserà lo sviluppo economico e sociale etiope. La diga è fondamentale per la rinascita etiope, ma per un periodo previsto dai 5 ai 15 anni ridurrà le portate del Nilo a valle. Inutilmente negli anni scorsi l’Egitto ha opposto varie azioni di contrasto, anche pesanti, ma l’opera è di fatto terminata, e proprio in questo periodo si avvia la fase di riempimento del grande bacino. Da qui appunto le contromisure interne dell’Egitto come la citata nuova tassa. Se i nostri esportatori sapranno e potranno cogliere al balzo questa opportunità, si potrebbe aprire un nuovo importante mercato nel segmento di qualità in tempi rapidi, prima che arrivino i competitori asiatici, dato che l’Egitto è tra i paesi che fanno grande uso del riso come accompagnamento dei cibi principali.