S. Eusebio, la sua vita e l’insegnamento ai vercellesi di oggi
Era una cattedrale come di consueto gremita quella che, mercoledì mattina, ha accolto l’arcivescovo di Vercelli Marco Arnolfo, il vescovo di Piacenza Gianni Ambrosio, chiamato a presiedere, altri confratelli vescovi, tanti sacerdoti, autorità e il popolo dei fedeli. L’occasione era la celebrazione della festa di S. Eusebio, patrono della diocesi e protettore di tutto il Piemonte. Ma era anche una cattedrale “diversa”, più “colorata”, per la presenza nella navata antistante la cappella del Beato Amedeo, di una folta delegazione di migranti e cittadini stranieri, personalmente invitati dall’Arcivescovo a partecipare. Nel suo saluto introduttivo alla celebrazione eucaristica mons. Arnolfo ha ricordato tutti coloro che si trovano in difficoltà per la malattia, per il lavoro, per gli ostacoli quotidiani, ma ha rivolto un pensiero speciale proprio ai migranti: «Voi che avete patito pene indicibili nei vostri Paesi di provenienza, che avete affrontato un duro viaggio per arrivare sin qui e che oggi, magari, vi sentite rifiutati, guardati con sospetto. A voi mi rivolgo per esortarvi a sentirvi come se foste a casa vostra e per fare festa insieme a noi».
Mons. Ambrosio nell’omelia è partito dall’invito rivolto da San Paolo a Timoteo: «”Ricordati di Gesù morto e risorto”. E’ facendo memoria della resurrezione che risorgiamo anche noi. Ed è facendo memoria di Eusebio, primo vescovo dell’Italia settentrionale di cui si abbia notizia, che rivalutiamo la sua vita, le sue opere, la sua capacità di affermare la verità di Cristo a dispetto dei potenti dell’epoca e delle “mode” intellettuali del momento. Per questo pagò con l’esilio da cui non si stancò mai di esortare la comunità vercellese a custodire la fede mantenendo la concordia e aprendosi alla società tutta, anche quella che stava fuori dalla chiesa».
Infine mons. Ambrosio ha voluto ricordare l’anniversario che lo ha portato a presiedere «per la prima volta» una funzione in cattedrale: «Cinquant’anni fa mons. Mensa mi ordinò sacerdote e questa comunità mi ha accompagnato e sostenuto nella scelta di accettare la chiamata del Signore. La trepidazione di allora si è fusa con la crescente consapevolezza di aver fatto la scelta giusta».
Al termine della celebrazione sacerdoti e fedeli si sono ritrovati in seminario per un momento di convivialità.
(Sul Corriere eusebiano in edicola da venerdì 3 agosto la cronaca dettagliata e le foto della festa di S. Eusebio)