Indagine su Terre d’acqua: indagato Rosso
La “bomba” Terre d’acqua alla fine è esplosa. Se ne parlava da mesi, da quando la Procura della Repubblica aveva cominciato una serie di verifiche orientate ad accertare la regolarità delle procedure di finanziamento della Fondazione che, nella sua ragione sociale, aveva la promozione del territorio attraverso eventi, convegni, momenti di spettacolo e aggregazione. Le indagini della Procura sono state complesse e hanno richiesto tempo tra acquisizione di documenti e interrogatori. Nei mesi scorsi era emerso solo un nome e cioè quello dell’ex amministratore trinese Alessandro Giolito, a suo tempo anche membro del cda di Terre d’Acqua. Ma era evidente, sin dall’inizio del lavoro della Procura, che l’attesa era tutta orientata a comprendere se l’indagine avrebbe finito per lambire anche l’on. Roberto Rosso, parlamentare, ex leader di Forza Italia e Pdl e ora coordinatore regionale di Fli. Non c’è dubbio infatti che Terre d’acqua fosse una sua creatura, uno strumento importante per veicolare il territorio associandolo spesso alla sua immagine di politico locale. Un elemento quest’ultimo che emerge chiaramente dalle molteplici pubblicazioni e dalle tante campagne pubblicitarie condotte da Terre d’acqua nel corso della sua operatività.
Così, quando ad inizio settimana, sono uscite le prime indiscrezioni giornalistiche relative ai nomi degli indagati nell’ambito dell’indagine su Terre d’acqua, ha destato scalpore, ma non sorpresa, apprendere che, tra questi, vi fosse proprio quello del parlamentare trinese insieme ad altri esponenti della vita pubblica provinciale. Ma quali sono le contestazioni mosse a Rosso? I reati sui quali si indaga sarebbero il peculato, la turbata libertà dei pubblici incanti e la truffa aggravata per ottenere erogazioni pubbliche. In sostanza si contesterebbero le modalità attraverso le quali Terre d’acqua introitava le risorse per svolgere le sue attività.
«Sono stupito delle informazioni che mi giungono su un mio coinvolgimento delle indagini su Terre d’acqua – commenta ostentando comunque tranquillità l’on. Rosso – Non so nulla di più di quello che leggo sui giornali e sono il primo ad auspicare che la magistratura faccia il suo lavoro e accerti la verità. Io sono sereno, so che Terre d’acqua ha operato nell’interesse del territorio facendo cose di cui sono solo fiero».
Poi Rosso si lascia andare a una digressione personale: «Terre d’acqua è una società nata per organizzare eventi promozionali e questo ha fatto. Sotto il profilo personale mi sono sempre attenuto alla massima correttezza, basti pensare che, unico caso in Italia, quando divenni parlamentare prima e coordinatore regionale di Forza Italia poi, decisi di interrompere la mia attività di avvocato per non trovarmi in condizioni potenzialmente conflittuali».
E sui tempi dell’inchiesta? «Mi auguro si concluda in fretta, ma non so davvero entro quali limiti temporali si svilupperà».