Scoperta dai carabinieri la duplice identità di una ragazza rumena
Nel corso degli ultimi giorni i carabinieri della stazione di Livorno Ferraris hanno rintracciato ed arrestato una giovane donna di nazionalità rumena, a cui è stata comminata una pena detentiva per reati di furto, e quindi destinata a scontare sei mesi di reclusione. Fin qui tutto normale, se non fosse che i militari dell’Arma, al termine di una estenuante ricerca di un posto libero presso le varie case circondariali, hanno appurato che la donna aveva una diversa identità, sconosciuta anche all’organo giudiziario che aveva emesso l’ordine di carcerazione. I carabinieri, infatti, avevano rintracciato la donna, che aveva con sé un documento riportante il nome V.M., cittadina croata, classe ’91. La giovane, minore degli anni 21, avrebbe dovuto scontare la pena in un carcere minorile: i militari hanno così contattato il “Ferrante Aporti” di Torino, che non era operativo, prendendo successivamente accordi con l’istituto di pena di Pontremoli, giunto però alla sua capienza massima. L’unica soluzione che si andava prospettando a quel punto era la traduzione della donna presso un istituto a Roma che l’avrebbe accolta. Profilata questa ipotesi al marito della donna, il giovane consegnava spontaneamente un documento di identità appartenente alla moglie, il quale riportava generalità completamente diverse da quelle risultanti dal primo documento mostrato: C.A. di nazionalità rumena, classe ’88. A quel punto le premesse cambiavano, avendo la donna 23 anni e non 20 e potendo così scontare la pena presso il “Lo Russo e Cutugno” di Torino, non essendoci il vincolo dell’istituto per minori. I militari dell’Arma hanno infine associato la donna a quest’ultimo istituto, provvedendo ad aggiornare la stessa Autorità giudiziaria che aveva emesso il provvedimento circa la vera identità della ragazza.