Cota: «Ricorreremo al Consiglio di Stato per avere vera giustizia»
«Faremo ricorso al Consiglio di Stato per avere giustizia vera. La sentenza di oggi è una vergogna perché colpisce il voto liberamente espresso dai piemontesi»: il presidente della Regione Roberto Cota ha commentato così, nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno presenziato numerosi assessori e consiglieri, la sentenza con la quale il Tar ha annullato il risultato delle elezioni regionali del 2010. «Continuerò – ha proseguito Cota – a fare il presidente ed a lavorare nell’interesse dei cittadini. Si vuole gettare il Piemonte nel caos, ma io questo non lo accetto». Infine, Cota ha ricordato di essere stato «oggetto di una persecuzione senza pari fin dal primo giorno. Evidentemente abbiamo toccato troppi interessi, evidentemente abbiamo dato fastidio».
Sul fronte opposto tutte le opposizioni per una volta sono compatte nel chiedere le immediate dimissioni di Cota in modo da andare al voto già in Primavera.
«Oggi è un giorno di grande soddisfazione non solo per il Pd e il centrosinistra, ma per il Piemonte e per tutti i piemontesi. La sentenza del Tar pone fine a una vicenda durata quattro anni, dimostrando in modo inequivocabile che le elezioni regionali erano illegittime»: così commentano la decisione del Tar, che ha accolto il ricorso dell’ex Presidente Mercedes Bresso, il Segretario regionale Gianfranco Morgando e il Presidente del PD del Piemonte On. Andrea Giorgis.
«Il PD ha sempre sostenuto che Cota deve andare a casa per due ragioni fondamentali: perché la Giunta di centrodestra in questi anni non ha fatto nulla per affrontare i gravi problemi della nostra Regione e perché l’inchiesta sui rimborsi ha rivelato il deficit etico dell’attuale classe politica di centrodestra. Le incapacità e le inadeguatezze dimostrate in questi anni dalla maggioranza di centrodestra derivano anche dal vizio originario di questa legislatura, l’illegittimità del risultato elettorale, che il Tar ha definitivamente accertato”.
“Ci siamo battuti fortemente contro la Giunta Cota e l’immobilismo che l’ha contraddistinta – afferma il Capogruppo regionale del PD Aldo Reschigna – i guasti prodotti nella sanità, nei trasporti, nei servizi sociali sono noti a tutti, insieme al distacco profondo che le sue scelte hanno provocato tra istituzione Regione e comunità piemontese. Di fronte ai gravi problemi del Piemonte, la responsabilità delle forze politiche impone il ritorno il più in fretta possibile al voto, con la tornata elettorale di maggio delle europee. Sarebbe irresponsabile se il centrodestra mettesse in atto comportamenti per dilazionare il voto e posticiparlo al prossimo autunno».
Anche il capogruppo in Regione del M5S, Davide Bono, non ha dubbi: «Al voto subito: spero che Cota non decida per dare al Piemonte un altro, ennesimo, capitolo di questa ridicola saga delle firme false in Regione. Non si opti per un ricorso al Consiglio di Stato su una sentenza che è chiara e cristallina. Sentenza che non è contro Cota, né contro una parte, ma contro una classe politica disposta a tutto, anche alla violazione delle leggi, pur di vincere».
A cantare vittoria sono anche gli esponenti radicali Igor Boni, Giulio Manfredi e Silvio Viale: «Dedichiamo questa vittoria a due donne: Emma Bonino, che nella primavera del 2010, prima della presentazione nei tribunali delle liste dei candidati alle regionali, condusse un lungo sciopero della sete, nell’indifferenza generale, per denunciare brogli e pastette. Solo una settimana dopo si verificarono i brogli in Piemonte, quelli in Lombardia sul listino di Formigoni, quelli a Roma e in Liguria. L’altra donna è Mercedes Bresso, che subito dopo il risultato delle elezioni regionali, nel maggio 2010, prese il testimone della lotta per la legalità e lo ha tenuto stretto per ben quattro anni, con il forte sostegno dei radicali e di pochi altri, con un PD che l’ha appoggiata solamente negli ultimi mesi. Ora c’è la possibilità di abbinare le elezioni regionali a quelle europee, domenica 25 maggio. E rinnoviamo la richiesta al centro-sinistra sia di indire elezioni primarie per la scelta del suo candidato a governatore sia di organizzare una “Leopolda piemontese” per definire i contenuti di un programma elettorale veramente alternativo a quello del centro-destra».