“L’asilo nido del S.Andrea non si tocca”
“Undicimila euro. Il motivo di chiusura dell’asilo nido aziendale dell’ASL di Vercelli sarebbe riferibile a questa somma, secondo quanto dichiarato dal sindaco di Vercelli su alcuni organi di stampa. Undicimila euro chiesti al Comune dall’Asl come spese di gestione. Una cifra che però sembrerebbe più un pretesto per far chiudere un servizio che una reale necessità di bilancio. Infatti, sul rendiconto notoriamente multimilionario dell’ASL vercellese, 11.000 € sono davvero una cifra risibile”. Va giù duro Luca Quagliotti, segretario generale Cigl Fp Vercelli-Valsesia, in merito alla questione “chiusura” del nido dell’ospedale.
“Un servizio, quello dell’asilo nido – prosegue – che garantisce a 22 famiglie vercellesi di usufruire di un ambiente educativo sicuro e di qualità destinato ai bambini. L’asilo è praticamente aperto tutto l’anno per 11 ore giornaliere: un servizio unico sotto questo aspetto e, grazie all’apporto del Comune e al lavoro del proprio personale, non è solo un “parcheggio” per bimbi ma un centro educativo di qualità notevole”. E ancora: “Al riguardo – continua Quagliotti – ormai è unanime il parere di molti studiosi: i bambini che frequentano asili nido animati da un progetto educativo efficace hanno doppie possibilità di apprendimento rispetto a bambini privati di tale opportunità. Come dire: se si investe sui bambini, si investe sul futuro. Il contrario di ciò che intenderebbe fare l’ASL di Vercelli. Inoltre, in un Paese fortemente in ritardo rispetto agli obiettivi di Lisbona sui servizi all’infanzia e che continua a non investire per supportare esigenze familiari, chiudere un nido vuol dire mettere in difficoltà numerose famiglie.Contestualmente, come accade per tutti i nidi, la struttura vercellese contribuisce al “sistema” di welfare familiare e aumenta le opportunità per le donne della nostra provincia che sono anche madri. A questo aggiungiamo un ultimo aspetto, ma non per questo marginale: con la scelta paventata dall’ASL di Vercelli sono a rischio 9 posti di lavoro di giovani donne. In una Provincia in cui il tasso di disoccupazione è il più alto del Piemonte (11,1%) e la disoccupazione giovanile è superiore alla media piemontese, è una decisione preoccupante di cui tenere conto”.
“Infine – conclude il segretario – occorre sottolineare che l’asilo nido aziendale dell’ASL è stato costruito con fondi finalizzati regionali erogati con precise finalità, attraverso la cosiddetta legge Cotto. L’apertura del nido nel 2010 ha garantito all’ASL di avere accesso al contributo regionale. È da scartare, dunque, ogni eventuale avventata ipotesi di utilizzare con altre finalità i locali dell’asilo: dopo averli ristrutturati con denaro destinato al potenziamento dei servizi all’infanzia, risulta improponibile usare la struttura per altre attività interne all’ASL. A questa ipotesi la CGIL FP si oppone fermamente e si attiverà perché questo non accada”.